I termini, le accezioni, le sigle usate nella normativa delle Poste, nella consuetudine postale e dai collezionisti,e le località e i personaggi della storia postale.

di Franco FIlanci, AIFSP

Illinguellato. Definizione filatelica di un francobollo la cui gomma non è mai stata violata da una linguella, nemmeno impercettibilmente (o almeno così sembra).

Illirico. Vecchia definizione del serbo-croato, quando questa lingua appariva insieme all’italiano sulle cartoline postali austriache distribuite in Dalmazia.

Imbucare. Gettare in buca, mettere una corrispondenza nella buca delle lettere o in una cassetta d’impostazione.

Imp.  Sigla di Impostazione utilizzata dalle Poste pontificie per un bollo corsivo da imprimere al retro delle corrispondenze dirette all’estero per segnalare che era stato pagato il diritto di impostazione, ovvero la tassa interna fino al confine.

Imperia. Capoluogo ligure in cui a fine maggio 1945 il prefetto del luogo si fece preparare una serie con soprastampa CLN che poi fu ceduta in blocco a un negoziante. Non risulta che qualche esemplare sia mai stato venduto da un ufficio postale e neppure usato regolarmente per posta.

Imperial Airways. La maggiore compagnia aerea britannica, gestiva varie linee in tutto il mondo per collegare la Gran Bretagna ai suoi possedimenti: alcune linee facevano scalo in Italia a Brindisi.

Imperiale. Nome con cui è anche nota, per la presenza di due imperatori romani e di Vittorio Emanuele III che lo sarebbe diventato nel 1936, la serie ordinaria del Regno d’Italia emessa nel 1929, definita ufficialmente “artistica”. I valori da 15 e 20 c. ebbero una diversa versione per gli interi postali, per cui era prescritta l’effigie reale; sulle cartoline postali il 20 e il 30 c. apparvero anche con sovrapprezzo, nel 1932 e nel 1936. (vedi Imperiale - Una serie per tutte le stagioni, di Franco Filanci e Danilo Bogoni, Poste Italiane)

Impero austro-ungarico. L’impero degli Asburgo dopo che nel 1867, a seguito della sfortunata guerra con la Prussia costata la restante parte del Regno Lombardo-Veneto e il riconoscimento dell’autonomia ungherese, venne diviso in due blocchi: la Cisleitania sotto amministrazione austriaca e la Transleitania sotto amministrazione ungherese, con costituzioni e governi distinti anche se sotto lo stesso Imperatore e con ministeri delle finanze, della guerra e degli esteri in comune. Ciascun territorio ebbe carte-valori postali proprie; inoltre gli interi postali erano realizzati in diverse versioni per tener conto delle lingue delle varie etnie, fra cui l’italiano.

Impostare. Mettere in posta, imbucare una corrispondenza o consegnarla a un ufficio postale.

Impostazione. Diritto di impostazione, vedi Imp. Si veda anche Disposizioni del mittente.

Inammissibile.  1. Detto di affrancatura non ammessa dalle convenzioni postali in corso, come nel caso delle normali lettere dirette in Spagna fino al giugno 1868.
2. Dicitura prescritta da una circolare del 1894 per segnalare francobolli ricoperti di uno strato di gomma, su corrispondenze da tassare.

Incetta. Accaparramento di merce in funzione speculativa. Pur essendo ammesso in particolari condizioni che si usassero corrieri e fattorini privati (“per espresso”), ciò doveva essere eccezionale, per lettere singole o quasi:“Per incetta s’intende la raccolta o l’accettazione di corrispondenze di più persone, per spedirle, distribuirle o farle distribuire entro o fuori del Regno.” (Regolamento 1901)

Inchiostro. Necessario per la bollatura delle corrispondenze e dei francobolli, solo dal 1877 venne fornito direttamente dall’Amministrazione postale. In precedenza si adoperava “l’inchiostro da stampa di color nero, bene sciolto con l’olio d’oliva sopra una spazzola o fra due pezzi di panno” oppure, in mancanza, “il nero di fumo ben macinato con olio di noce cotto, allungato con olio d’oliva acciò la essicazione sia men presta”; era invece vietato “adoperare l’inchiostro da scrivere, perché corrosivo dei bolli.” (Istruzioni del 1861)

Incidentata. Dicesi di posta coinvolta in disastri ferroviari o aerei, naufragi ecc. o lacerata durante la lavorazione, di solito recante timbri o etichette giustificativi del ritardo e/o del cattivo stato.

Incisione. Lavoro di intaglio eseguito su un blocco di legno o su una lastra di metallo per ottenere una matrice adatta a riproduzioni a stampa. Le incisioni su legno, eseguite per la prima volta agli inizi del ‘400 da maestri tedeschi, sono definite xilografie. L’incisione su metallo in cavo, usata dalla metà del ‘400 soprattutto da maestri orafi come il Pollaiolo, prima a bulino, poi anche con le tecniche dell’acquaforte, dell’acquatinta e della puntasecca, è utilizzata per stampe in calcografia, mentre l’incisione in rilievo fu elaborata nell’800 per consentire la stampa contemporanea di testo e immagini in tipografia. Per estensione si definiscono incisioni anche quelle ottenute con la serigrafia o la litografia, anche se il disegno non richiede alcun lavoro di intaglio.

In corso. Dicesi di carta-valore regolarmente valida e utilizzabile per il servizio.

In corso particolare. Bollo indicante l’inoltro con mezzi privati (appunto il Corso particolare) e anche, soprattutto tra il 1920 e il 1960, la bollatura di favore di corrispondenze, che venivano subito riconsegnate ai collezionisti.

Indicatore postale, dal 1889 Indicatore postale-telegrafico. Pubblicazione periodica contenente informazioni relative al servizio, alle tariffe e agli uffici, edita a cura dell’Amministrazione postale e poi dal Ministero. Inizialmente era considerata una “pubblicazione ad uso più che altro del pubblico”, mentre nel 1889 fu trasformata in “una specie di manuale, che servirà moltissimo agli impiegati, in ispecie a quelli delle poste, i quali vi troveranno tariffe ed elenchi di uso quotidiano”.

Indirizzo. Indicazione della località di residenza del destinatario e – dopo l’introduzione del recapito a domicilio – anche della via e del numero civico, che figurano sul frontespizio di una corrispondenza.

Indirizzo postale accompagnatorio. Modulo austro-ungarico per la spedizione dei pacchi postali, in cui figurava un’impronta non postale ma di natura fiscale, intestata “bollo di finanza”. Il modulo doppio, con rivalsa, era destinato ai pacchi contrassegno. Continuarono a essere usati nelle Terre redente fino a tutto il 1923, affrancati con francobolli italiani.

Inoltro. Invio o trasmissione a destinazione di un oggetto postale.

In tariffa. Definizione filatelica di una lettera o altro oggetto postale la cui affrancatura o tassazione corrisponde esattamente a quanto indicato dai tariffari postali dell’epoca.

Interno. Il territorio nazionale, in contrapposizione all’estero.

Interofilia. Neologismo filatelico usato per indicare il collezionismo degli interi postali.

Interòfilo.  1. Relativo al collezionismo degli interi postali.
2. Chi colleziona interi postali.

Intero postale. Termine introdotto dai collezionisti ma ormai usato anche dalle Poste per indicare le carte-valori postali in forma di oggetti di corrispondenza o di moduli già comprensivi, in tutto o in parte, della tassa di francatura. Gli interi postali rappresentano i primi casi di carta-valore postale al mondo: anche senza citare i Cavallini sardi (1818) o i fogli della posta locale di Sidney (1838), nell’ambito della Riforma postale inglese del 1840 le buste parlamentari da 1 e 2 pence precedettero di alcuni mesi le buste e i fogli Mulready, emessi contemporaneamente ai primi francobolli. Gli interi postali comprendono buste postali, biglietti postali, cartoline postali semplici e con risposta pagata, aerogrammi, coupon-réponse internazionali, bollettini di spedizione per pacchi, cartoline e moduli vaglia, formulari per telegrammi, cartoncini di controllo per affrancatrici meccaniche, buoni postali fruttiferi, bollettini telefonici, cartellini di risparmio ecc., ovviamente solo se con valore di affrancatura o di accesso al servizio.

Interspazio. Fascia centrale di un foglio di francobolli, che separa due gruppi affiancati o sovrapposti.

Investimento. Operazione di impiego produttivo di un capitale monetario, o incremento dei beni capitali nel tempo, che mal si adatta al settore collezionistico, qualunque settore collezionistico, caratterizzato da interessi, mode, atteggiamenti, speculazioni mercantili molto variabili negli anni, e da “prodotti/strumenti” come il francobollo che non generano alcun reddito, nemmeno quando si tratta di pezzi unici. L’unico vantaggio del collezionismo filatelico postale è che, dopo essercisi divertiti, si può anche recuperare parte della spesa. E si può persino fare qualche affare, ma a lungo termine, raccogliendo materiale interessante ma poco ricercato, e rivendendolo quando viene “scoperto” e ne sale la richiesta. Ma anche nei casi migliori più che investimento si chiama fortuna.

Invii senza indirizzo. Corrispondenze pubblicitarie affidate alle Poste senza alcun indirizzo, per la consegna in particolari zone, a determinate fasce di utenti, o anche solo a discrezione dei portalettere. Servizio già disponibile in Italia a fine Ottocento.

Invio a scelta. Termine filatelico indicante il sistema di piccolo commercio privato mediante album di formato ridotto contenenti francobolli applicati con la linguella entro caselle e affiancati dal relativo prezzo, che venivano inviati ai corrispondenti o ai circoli filatelici: il destinatario tratteneva i pezzi che gli servivano e rispediva il libretto dopo avervi inserito pezzi di valore equivalente o allegando l’importo dei pezzi trattenuti. Un sistema di scambio e compravendita di francobolli, solitamente doppioni di limitato valore, che ebbe largo seguito tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra.

Invio normalizzato. Termine che indica una corrispondenza (lettera, cartolina o modulo) rispondente ai requisiti fissati nel luglio 1967 per favorire la lavorazione nei centri di smistamento automatizzato: formato rettangolare non inferiore a mm 90x140 e non superiore a 120x235, in cui comunque la lunghezza non dev’essere inferiore all’altezza moltiplicata per 1,4; spessore massimo mm 5; peso fra i 3 e i 20 grammi; indirizzo del destinatario scritto parallelamente al lato maggiore; affrancatura posta in alto a destra, ecc. Le corrispondenze anche di primo porto (20 grammi) e le cartoline che non rientrano in questi parametri sono soggette al secondo scaglione di tariffa.

Involto. Plico, pacco.

Ioànnina,
vedi Janina

IPE, Impianto Posta Elettronica.
Sigla presente su bolli del Postel dal 1991.

IPS-OCV o IPZS, vedi Istituto Poligrafico dello Stato

Isola delle Rose. Piattaforma costruita nel 1968 al largo di Rimini, in acque extraterritoriali, ma che l’Italia fece ugualmente abbattere. Emise anche un proprio francobollo, con diciture in esperanto, per il servizio di posta locale fino al più vicino ufficio italiano.

Isole italiane dell’Egeo. Gruppo di isole del Mare Egeo (dodici le maggiori, da cui il nome greco di Dodecanneso) poste presso la costa dell’Anatolia e facenti parte dell’Impero ottomano, che l’Italia occupò nel corso della guerra italo-turca, tra l’aprile e il maggio 1912, per costringere la Turchia alla resa. Trattenute a garanzia dei patti stipulati nel trattato di pace di Ouchy, e poi a seguito della Grande Guerra che vedeva la Turchia fra i nemici dell’Italia, nel 1920 avrebbero dovuto essere consegnate alla Grecia, tranne Rodi e Stampalia, ma le cose andarono per le lunghe, e alla fine il Congresso di Losanna del luglio 1923 le assegnò definitivamente all’Italia, con l’aggiunta di Castelrosso che era stata occupata dai Francesi e usata come base navale. Questi “possedimenti”, in tutto una ventina di isole abitate, furono dotati di uffici postali e/o collettorie dipendenti dalla Direzione di Lecce, che usarono sia le normali carte-valori del Regno, sia alcune apposite con soprastampa EGEO o il nome delle singole isole, e dal maggio 1929 sia con dicitura RODI che con intestazione ISOLE ITALIANE DELL’EGEO, divenuta denominazione ufficiale dal settembre 1929. A seguito dell’armistizio del 1943 e dell’occupazione tedesca, fecero parte della Repubblica Sociale Italiana, anche se la loro distanza rendeva problematiche le comunicazioni, limitate per i civili alle speciali cartoline con risposta pagata in uso dal febbraio 1944. Nel dicembre 1944 forze anglo-indiane presero Simi, e nei mesi successivi Scarpanto e Caso; con la resa tedesca, l’8 maggio 1945 tutte le isole passarono sotto controllo militare britannico. Gli uffici postali, chiusi fra l’11 e il 14 maggio, furono riaperti a partire dal 21 seguente utilizzando i francobolli inglesi con soprastampa MEF (Middle East Forces). Ceduto dall’Italia alla Grecia col trattato di Parigi del febbraio 1947, in attesa delle necessarie ratifiche il Dodecanneso fu posto sotto amministrazione militare greca dal 31 marzo 1947 al 7 aprile 1948, quando finalmente divenne parte integrante della Grecia: in questo periodo furono usati prima i francobolli ellenici con soprastampa SDD (Stratiotiki Dioikisis Dodecanisu, Amministrazione militare del Dodecanneso) e dal 20 novembre 1947 la speciale serie greca dedicata proprio al ritorno di queste isole alla madrepatria.

Isole Ionie. Gruppo di isole sulla costa orientale ionica: Corfù, Paxo, Leuca (o Santa Maura, in realtà un promontorio), Cefalonia, Itaca e Zante. A lungo dominio veneziano, con la caduta di Venezia passarono ai francesi e alla Restaurazione agli inglesi, finché vennero annesse alla Grecia nel 1864. L’Italia le occupò nell’aprile 1941 con l’intenzione di annettersele insieme a gran parte della costa dalmata, come starebbe a dimostrare l’introduzione delle tariffe postali interne e delle carte-valori italiane con dicitura ISOLE JONIE, nell’agosto-settembre 1941, a differenza di quanto avveniva nel resto della Grecia sotto controllo italiano. Nel settembre 1943 tornarono alla Grecia, in quel momento sotto controllo tedesco.

I.S.P., Italia Servizio Pubblico. Bollo previsto dalle Convenzioni con la Francia, la Svizzera e la Grecia per segnalare le corrispondenze d’ufficio che, se dirette a enti o funzionari esclusi dalla franchigia tra i due paesi, pagavano in arrivo solo la tassa semplice interna. Fu distribuito nell’ottobre 1861, in sostituzione del vecchio S.S.P. (Sardegna Servizio Pubblico) usato in precedenza con la Francia.
Isplaceno. Versione slovena di PAGATO, usata nei bolli bilingui per i territori sloveni annessi all’Italia nel 1941, in cui vigeva il bilinguismo.

Istituto Poligrafico dello Stato. Stamperia governativa sorta nel 1928 dalla fusione della vecchia Officina Carte Valori di Torino con lo Stabilimento Poligrafico per l’Amministrazione dello Stato, ampliamento della stamperia del Ministero della Guerra, con l’aggiunta di moderni impianti rotocalcografici acquistati dalla tedesca Goebel, il tutto sistemato in un nuovo, immenso palazzo sito in Piazza Verdi. Dopo l’8 settembre parte degli impianti rischiò di essere requisito dai tedeschi per ampliare la Stamperia governativa di Vienna, ma per non mettere in crisi la Repubblica Sociale e la sua propaganda venne dirottato a Novara; solo qualche macchinario fu mantenuto a Roma, salvato dalla richiesta di commemorativi appositamente avanzata dal Vaticano. Nel dopoguerra acquisì cartiere ed altre attività, fino a inglobare nel 1978 la Zecca dello Stato, che portò a variare la sigla da IPS a IPZS. Dall’ottobre 2002 è una Società per azioni, con il ministero dell’economia e delle finanze come unico azionista.

Istria. Penisola dell’Adriatico settentrionale, posta fra il golfo di Trieste e il Quarnàro, che l’Italia ottenne a seguito della prima Guerra mondiale e perse a seguito della Seconda. Con la riorganizzazione del 24 gennaio 1923 il preesistente margraviato austriaco d’Istria, con capoluogo Parenzo, divenne la “provincia dell’Istria” con capoluogo Pola, e tale rimase fino all’occupazione iugoslava dell’aprile-maggio 1945 che lasciò solo Pola sotto controllo alleato. La maggior parte del territorio passò alla Iugoslavia il 15 settembre 1947 mentre la zona nord-occidentale fra Capodistria e Cittanova (Novigrad), corrispondente alla Zona B del Territorio libero di Trieste, diventava definitivamente iugoslava il 25 ottobre 1954.

Itaca. Una delle Isole Ionie occupata dall’Italia nell’aprile 1941; nei due uffici dell’isola e in quello dell’isolotto di Kalamos, situato a nord-est, pare siano state inizialmente usate carte-valori greche soprastampate localmente “Occupazione Militare Italiana”.

Italia. Stato nazionale sorto tra la fine del 1860 e i primi mesi del 1861 dall’unificazione del Regno di Sardegna, ampliatosi tra l’agosto 1859 e il marzo 1860 con l’annessione della Lombardia, delle Provincie emiliane e della Toscana, con l’ex-regno delle Due Sicilie, le Marche e l’Umbria, che con i plebisciti dell’ottobre 1860 si erano dichiarati favorevoli all’unione sotto la corona di Vittorio Emanuele di Savoia. Al 1º marzo 1861 viene fatta risalire la nascita delle Poste italiane, essendosi in gran parte unificate in tale data l’organizzazione e la normativa in tutto il territorio, tranne la Sicilia che rimase isolata sino al 1º maggio. Nel 1866, dopo una sfortunata guerra contro l’Austria, grazie alla vittoria prussiana ottenne anche il Veneto; e nel 1870, approfittando della caduta di Napoleone III, storico protettore del Papa, si prese anche il Lazio, e Roma ne divenne la capitale dopo Torino e Firenze. La Grande Guerra del 1915-18 portò all’annessione del Trentino, della Venezia Giulia e dell’Istria ma non della Dalmazia, se si esclude Zara più qualche isoletta curzolana, e con i suoi alti costi economici e sociali anche all’ascesa del fascismo. Un secondo tentativo di ampliamento a est, con l’intervento nella Seconda guerra mondiale, portò inizialmente all’annessione di parte della Slovenia e della Dalmazia e a mettere un’ipoteca sulle Isole Ionie, ma l’armistizio dell’8 settembre 1943 e i successivi sviluppi politici e militari causarono la perdita non solo dei nuovi territori ma anche di parte della Venezia Giulia, dell’Istria e di Zara, nonché di tutte le colonie, e nel 1946 anche la caduta della monarchia.

Italia al lavoro. Serie ordinaria italiana proposta da Corrado Mezzana nel concorso del 1945 per la serie “Democrazia” ma realizzata solo nel 1950. Malgrado l’ottimo impatto sul pubblico non solo italiano, già nel 1953 dovette essere affiancata dalla serie Siracusana a causa del formato poco pratico (allora i fogli non si inviavano distesi in grandi buste ma piegati in 2, 3 o 4 in buste più normali) e soprattutto per l’impossibilità di creare valori complementari.

Italia turrita. Bozzetto di Paolo Paschetto per la serie imperiale, mantenuto anche in seguito, previa eliminazione dei fasci littori, per carte-valori vecchie e nuove, fra cui i bollettini di spedizione tipografici emessi dal 1950.

ITVF,  Imprimérie de Timbres-Poste e di recente Phil@Poste. Poligrafico di Stato francese fondato nel 1880 a Parigi e dal giugno 1970 stabilito a Perigueux, ha prodotto carte-valori anche per San Marino.

Iugoslavia. Paese balcanico creato al termine della Grande Guerra come Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (Iugoslavi significa Slavi del sud) da cui l’iniziale sigla SHS. Germania e Italia la occuparono nell’aprile 1941, spartendosi poi il territorio: parte della Slovenia e del litorale dalmato furono annesse all’Italia, parte della Slovenia al Reich, un altro pezzetto e parte della Vojvodina all’Ungheria, quasi tutta la Macedonia alla Bulgaria e il Kossovo con un pezzetto di Macedonia e Ulcinj all’Albania. La Croazia, privata di un po’ di costa e di qualche isole, fu costituita insieme alla Bosnia Erzegovina nello Stato indipendente di Croazia, che avrebbe dovuto essere un regno affidato ad Aimone di Savoia-Aosta (che però non vi mise mai piede), mentre la Serbia finiva sotto controllo tedesco e il Montenegro, meno Cattaro e Dulcigno (Ulcinj), diventava un Governatorato italiano in attesa di un Petrovic-Njegos. Al termine della guerra fu la Iugoslavia ad annettersi subito Zara e a occupare la Venezia Giulia, l’Istria e Fiume; gran parte di questo territorio fu poi ceduto alla Iugoslavia dal trattato di pace del 1947, e un altro pezzo nel 1954, quando Trieste tornò all’Italia.