I termini, le accezioni, le sigle usate nella normativa delle Poste, nella consuetudine postale e dai collezionisti,e le località e i personaggi della storia postale.

di Franco FIlanci, AIFSP

R, sigla internazionale di Raccomandazione, presente sui relativi timbri, cartellini e francobolli.


Raccoglione. Gustoso termine lanciato negli anni ‘60 da Carlo Giovetti per indicare chi raccoglie di tutto col solo miraggio dell’affare favoloso.


Raccoglitore. 1. Collezionista di francobolli.

2. Custodia per contenere francobolli in blocchi o in fogli, interi postali, buste, cartoline illustrate e cartoncini di presentazione di francobolli.


Raccomandata. 1. Lettera spedita in raccomandazione.

2. Dicitura presente in bolli usati per tale servizio.


Raccomandazione. Fu il primo servizio postale accessorio, che attraverso l’annotazione su appositi registri dei vari passaggi (per questo un tempo si diceva “notata a libro”) garantiva la consegna e l’integrità delle corrispondenze. Contro il pagamento anticipato e integrale dell’affrancatura e della soprattassa, o fino a metà Ottocento pagando il doppio della normale tassa, il mittente riceve una ricevuta dell’impostazione, la corrispondenza viene numerata e registrata in tutti i successivi passaggi, fino alla consegna al destinatario che deve firmare per l’avvenuto ricevimento. In caso di perdita o manomissione è previsto un indennizzo, un tempo molto elevato (nel’Ottocento era di 50 lire, circa 100 volte la tassa pagata!). Codificata dai testi napoleonici come chargement, negli antichi ducati italiani era variamente definita: raccomandazione nel Regno Lombardo-Veneto, nei ducati di Parma e di Modena e nello Stato Pontificio, assicurazione nel Regno di Sardegna e in quello delle Due Sicilie, per consegna in Toscana. Fino al 1862 la raccomandazione era limitata alle lettere, e solo dal 1863 cominciò ad essere ammessa anche per stampe, campioni ecc. La raccomandazione può essere eseguita anche “d’ufficio” dalla Posta, quando vi è la presunzione che una corrispondenza ordinaria contenga oggetti o carte di valore, ponendo la doppia sovrattassa a carico del destinatario, previo accertamento dell’effettivo contenuto. La tassa di raccomandazione può essere posta a carico del destinatario nel caso di corrispondenze spedite dagli uffici pubblici ai privati. Alcuni Paesi hanno emesso francobolli distintivi di questo servizio; la Columbia anche con la funzione di etichetta numerata. Nel 1927 a Roma è stato effettuato un esperimento di affrancatura tramite speciali macchinette e strisce gommate recanti il valore, il numero, l’ufficio e la data. Le speciali etichette numerate sono state introdotte il 1º gennaio 1883, su sollecitazione dell’UPU; sono distinte dal colore rosa per le corrispondenze di servizio. San Marino dal 3 maggio 1993 ha introdotto etichette illustrate.


Raccomandazione d’ufficio. Spedizione in raccomandazione eseguita per decisione degli Ufficiali postali, in partenza o in transito, era dovuta per le lettere “dirette a S.M. il Re od ai membri della Famiglia Reale”, quando si supponeva che una lettera contenesse oggetti di valore (e se risultava vero in destinatario pagava “il doppio della tassa stabilita per le lettere francate e il doppio diritto fisso di raccomandazione”), e in caso di lettere di servizio per cui era prescritta la raccomandazione. In ogni caso però l’eventuale perdita non dava luogo ad alcuna indennità


Raccomandazioni. Un classico all’italiana: di “Raccomandazione di estranei a favore del personale dell’Amministrazione” si può leggere nel Bollettino Postale-Telegrafico n. XIX del 1900.


Racla. Nella stampa rotocalcografica è la lamina che, poggiando sul cilindro, ne elimina l’inchiostro in eccedenza.


Radio. Accorciativo di radiofonia, trasmissione di segnali audio a mezzo di onde radio; il primo esperimento di trasmissione di parole e musica si ebbe nel 1924 per opera di Guglielmo Marconi. L’UNI, Unione Radiofonica Italiana, fondata nello stesso anno e divenuta nel 1928 EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, e nel 1944 RAI, Radio Audizioni Italia, che si occupa della diffusione di programmi radiofonici, è da sempre posta sotto il controllo del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni. Per la riscossione degli abbonamenti alle radioaudizioni furono istituite in varie città apposite agenzie postali, mentre sulle licenze speciali era dovuto alle Poste un diritto fisso che veniva convertito in francobolli.


Radiotelegramma. Messaggio telegrafico scambiato fra le navi mercantili e militari e le speciali stazioni radio costiere.


Raggio. Termine usato nei tariffari postali d’un tempo per indicare una determinata distanza, nell’ambito della quale era dovuta una certa tariffa.


Raggio limitrofo. Distanza inferiore a un certo numero di miglia o chilometri in linea d’aria esistente tra uffici postali di Stati diversi, per cui le Convenzioni prevedevano una tariffa più modica: sulle buste in questi casi appariva il bollo RL.


Rarità. Francobollo, intero postale, varietà, lettera o altro oggetto da collezione di cui si conoscono pochi esemplari.


Rasente. Definizione filatelica di un taglio molto accostato alla vignetta che nei francobolli non dentellati lascia un margine molto ridotto.


Rassegna delle Poste, dei Telegrafi e dei Telefoni. Rivista mensile di grande formato fondata nel 1929, che sostituì la Rivista delle Comunicazioni. Diretta da Giuseppe Pession, Direttore generale delle Poste, e edita dall’Istituto Previdenza Ricevitori Postelegrafonici (poi Istituto “Costanzo Ciano” per i Postelegrafonici), conteneva una parte con articoli di argomento postale, giurisprudenza, recensioni e notizie varie, e una parte ufficiale con leggi e decreti, disposizioni di servizio, notizie sugli uffici ecc.: questa seconda parte era distribuita anche separatamente, soprattutto agli uffici postali. Dal 1938 divenne Rassegna delle Poste e delle Telecomunicazioni e dal 1942 la parte ufficiale divenne quindicinale, avendo come testata semplicemente Poste e Telecomunicazioni. Cessò le pubblicazioni con il fascicolo 19-20 del 1943, datato 1º-16 ottobre.


Razzo. Piccolo missile avente come carica propulsiva della polvere pirica, che negli anni ‘30 si tentò di utilizzare per la trasmissione di posta destinata a isole e località isolate, ma anche e soprattutto a scopi filatelici. I primi tentativi vennero eseguiti in Austria nel luglio 1928 per iniziativa dell’ing. Friedrich Schmiedl, ma solo il 2 febbraio 1931 si ebbe il primo trasporto effettivo. In Italia il primo esperimento di posta per razzo venne effettuato a Trieste da Gerhard Zucker il 30 ottobre 1934, da Monte Castiglione (Zaule) a San Servolo: furono trasportate circa 1.600 buste e cartoline, quasi tutte affrancate con valori della serie Medaglie al valore annullati a Trieste all’arrivo, e recanti uno speciale cachet e una vignetta triangolare da 5 lire (cartoline) o da 7,70 (buste) stampata a due colori su carta filigranata.


Re, Giuseppe. Funzionario della Direzione generale delle Poste italiane che a fine 1864 propose un suo sistema tiporilievografico di produzione delle carte valori, realizzando in collaborazione con Giuseppe Ferraris, incisore capo della Zecca di Torino, decine di saggi di francobolli, fogli-lettera, segnatasse, bolli per telegrafo e periodici franchi che, riuniti in eleganti album, furono inviati a varie autorità. La vittoria in un concorso per la fornitura di nuovi suggelli gommati, cui partecipò pur essendo un funzionario postale, e alcune vicissitudini anche giudiziarie con un certo Quaglia che aveva scelto come stampatore anticipandogli pure dei soldi, e la plateale falsificazione dei francobolli da 1 cent. De La Rue usati il 30 gennaio 1865 per affrancare sei lettere dirette a varie personalità per dimostrare quanto più affidabile fosse il suo sistema, finirono per metterlo in urto con la Direzione delle Poste; vista l’impossibilità di ottenere il contratto per la fornitura dei suggelli, si prese 38.000 lire dalla cassa quale rimborso per il danno subìto e riparò in Svizzera, dove nel 1866 pubblicò anche un pamphlet dal titolo Atti di amministrazione del Signor Commendator G.Barbavara, Direttore generale delle Poste del Regno d’Italia, deferiti al pubblico giudizio. Fra le sue attività successive vi fu il commercio dei suoi saggi, a cui aggiunse verso il 1875 anche una cartolina per “città e suburbi” molto simile alle nuove cartoline italiane: se davvero l’avesse prodotta nel 1864, prima ancora di von Stephan, se ne sarebbe vantato nel suo libro-dossier.


Recapito. 1. Consegna a domicilio delle corrispondenze, distribuzione. Era eseguita anche la domenica, sia nei centri urbani che nelle zone rurali, fino al luglio 1945, dopodiché venne concesso il riposo settimanale ai portalettere.

2. Domicilio di una persona.

3. Nome con cui dal 1952 furono definiti gli uffici postali aperti nell’ambito di ditte, banche, enti pubblici, stabilimenti ecc. e da questi gestiti a titolo gratuito, essendo a carico delle Poste solo la fornitura del bollo e degli stampati necessari al servizio.


Recapito autorizzato. Concessione delle Poste ad agenzie private di accettare e distribuire corrispondenze, o a ditte, enti e banche di recapitare la loro postacon propri mezzi, nell’ambito del comune di provenienza; naturalmente era previsto il pagamento di un diritto di privativa, dal 1928 rappresentato con apposite marche.


Recapito per espresso o Recapito espresso, cioè mediante persona apposita (espressamente inviata). Servizio speciale di recapito delle corrispondenze a mezzo di fattorini, sovente gli stessi del telegrafo, nato per accelerare la consegna della corrispondenza (non il viaggio), fu introdotto in Italia il 21 luglio 1890. In realtà nel Regno Veneto era già stato in vigore a partire dal 1859 e fintanto che fu sotto amministrazione austriaca. Il servizio di recapito espresso fu esteso anche ai pacchi, dal 1892 a quelli per l’estero e solo dal 1936 per l’interno. Messo in difficoltà dai problemi organizzativi e sindacali degli anni ’70 e ’80, quando in molti casi dovevano essere “postalizzati”, ovvero affidati al normale portalettere per fare prima, fu soppiantato dall’introduzione della posta prioritaria.


Reclamo. Lamentela e protesta scritta su un disservizio postale, da sempre ammessa in esenzione di tassa, eventualmente anche in raccomandazione, purché figuri in evidenza la parola “Reclamo” (o nell’Ottocento “Richiamo”). Se la protesta riguarda il mancato arrivo di raccomandate, assicurate e pacchi, o il mancato rimborso di un assegno, dall’agosto 1889 all’agosto 1959 era richiesto un diritto fisso, rappresentato con francobolli applicati sugli speciali moduli utilizzati per le ricerche; se l’utente non aveva ragione di protestare, il diritto serviva a pagare le ricerche, se aveva ragione era compensato dai previsti, e a quel tempo elevati rimborsi dovuti in caso di perdita.


Recto. La parte anteriore di un francobollo o di un intero postale, in contrapposizione al “verso”, ovvero il retro. Con il termine “stampa recto-verso” si indica quella varietà in cui l’impressione è avvenuta su entrambe le facciate.


Reggio nell’Emilia. Fu una delle poche località, insieme a Modena e a Comacchio, a festeggiare l’unione con il Piemonte attraverso un bollo postale, in realtà creato per annullare lo stemma estense sui vecchi francobolli ancora in uso, ma comunque tra i primi di tipo celebrativo al mondo, anche se difficilmente distinguibile. Per l’ansia di utilizzarlo, dal 17 al 24 giugno 1859 fu usato con la cornice circolare nera, ancora non incisa, mentre dal 25 giugno all’ottobre 1859 vi si legge in positivo POSTA LETTERE REGGIO.


Regio Esercito. Dicitura presente in un “contrassegno” dentellato con effigie del Re imperatore introdotto il 20 luglio 1943 per convalidare i fogli di congedo illimitato e illimitato provvisorio mod. 4, 5 e 32, lettere e biglietti di licenza mod. 298 e 299, certificati per viaggi mod. 688, quaderni dei biglietti di entrata e di uscita dagli ospedali mod. 2089 e 2091 e quaderni per fogli di viaggio mod. 2234, allo scopo di limitare le licenze ottenute in modo irregolare. Dal 1.9.1943 dovevano essere obliterati col bollo ANNULLATO apposto sulla dicitura 1943 XXI-XXII E.F. Di recente si è tentato di spacciarli come “marche di franchigia postale”, anche nella versione con soprastampa FRANCHIGIA POSTALE POSTA AEREA ovviamente postuma, realizzando persino qualche falsa busta. (vedi Il contrassegno Regio Esercito 1943, di Aldo Cecchi, Roberto Gallo e Claudio Dutto, su Posta Militare n. 79)


Regno delle Due Sicilie. Creato nel 1738 da Carlo di Borbone con l’unione del Regno di Napoli e quello di Sicilia, fu ricreato nel 1815 a seguito della Restaurazione, quando il Regno di Napoli tornò, dopo la parentesi napoleonica, ai Borbone di Spagna. Tradizionalmente diviso tra dominî di qua del faro, il Napoletano, e dominî di là del faro, la Sicilia, ebbe anche francobolli diversi quando nel 1858 decise, ultimo fra gli Stati italiani, a introdurre una riforma postale sul tipo inglese. (vedi Storia postale del Regno delle Due Sicilie, di Vito Mancini,

Messina 1970)


Regno d’Italia. 1. Sorto il 28 marzo 1805 e sublimato il 26 maggio seguente con

l’incoronazione a Milano di Napoleone Bonaparte re e Eugenio di Beauharnais viceré, questo primo Regno d’Italia comprendeva inizialmente la Lombardia e la Lomellina, l’ex-ducato di Modena, le Romagne e il Polesine, cui si aggiunsero nel novembre 1805 il Veneto, il Friuli e la Dalmazia, nell’aprile 1808 le Marche e un pezzetto di Umbria, nel 1810 il Trentino, mentre nell’ottobre 1809 perdeva l’Istria e la Dalmazia, inserite nelle nuove Provincie illiriche. Vi fu introdotto il sistema postale francese, anche se in forma autonoma almeno a livello di bollature. Ebbe termine nel 1814, con la caduta di Napoleone e la restaurazione.

2. Realizzato tra la fine del 1860 (plebisciti meridionali e unione di queste regioni allo “Stato Italiano”) e i primi mesi del 1861 (elezione e riunione del primo Parlamento con il discorso della Corona, resa di Messina e accettazione formale da parte di Vittorio Emanuele II del titolo di Re d’Italia “per sé e i propri discendenti”), comprendeva gran parte della penisola italiana ad eccezione del Lazio, conquistato nel 1870, e del Veneto, annesso parte nel 1866 e parte nel 1919 (Trentino e Venezia giulia). Postalmente ebbe il suo inizio ufficiale il 1º marzo 1861 quando entrarono in vigore in tutta Italia (tranne momentaneamente la Sicilia) la nuova organizzazione delle Poste e una normativa unitaria, malgrado alcune eccezioni – come la privativa postale assente in Toscana – che poterono essere sistemate solo dal nuovo Parlamento con la riforma del maggio 1862 e quella sulla franchigia del 1874.


Regno di Napoli. Comprendeva la parte meridionale della penisola italiana: Abruzzi, Campania, Puglie, Lucania e Calabria. Finito il regno degli Angioini e degli Aragonesi, nel 1532 passò alla Spagna, cui rimase fino al 1707; dopo un breve dominio austriaco, nel 1734 fu attribuito ai Borbone che, conclusosi il regno di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, nel 1816 lo unirono alla Sicilia creando il Regno delle Due Sicilie.


Regno di Sardegna. Creato nel 1718 da Vittorio Amedeo II di Savoia quando l’isola gli fu ceduta dall’Austria in cambio della Sicilia: oltre alla Sardegna comprendeva il Piemonte, la Savoia, la Contea di Nizza e dal 1815 l’ex-repubblica di Genova. I suoi francobolli, introdotti nel 1851 come alternativa al bollo P.P. (solo dal 1857 ne fu reso obbligatorio l’uso in tutti i casi di affrancatura), divennero nel 1861 i primi francobolli del Regno d’Italia, grazie all’assenza del nome del Paese emittente, come nei valori inglesi indicato dall’effigie del regnante.


Regno di Sicilia. Il primo Regno di Sicilia fu creato nel Natale del 1130, affidato alla famiglia normanna degli Altavilla, e comprendeva anche la Calabria e le Puglie, e in seguito la Campania, la Tunisia, Malta e Corfù. Passò quindi agli Svevi, trovando in Federico II un Signore glà di tipo rinascimentale, nel 1265 agli Angiò e dopo la guerra dei Vespri agli Aragonesi, finché nel 1372 non divenne parte del Regno di Napoli. Unita alla corona spagnola nel 1412, con il trattato di Utrecht del 1713, che cinque anni dopo la cedettero agli Asburgo in cambio della Sardegna. Conquistata da Carlo di Borbone nel 1734, formò con Napoli il Regno delle due Sicilie (vedi). Postalmente fu una delle regioni italiane più dimenticate, quella in cui la riforma postale di tipo inglese arrivò per ultima, nel 1859, e persino le Poste italiane arrivarono con due mesi di ritardo. (vedi Storia dei Francobolli di Sicilia, di Emilio Diena,a cura di Enzo Diena e Franco Filanci, Amministrazione PT 1989, e I francobolli degli ultimi Re – Il servizio postale in Sicilia dal 1º gennaio 1859 all’estate del 1860, di Nino Aquila, Bolaffi 1990)


Regno Lombardo-Veneto. Stato creato dal Congresso di Vienna del 1814 e attribuito alla corona austriaca, si disgregò in seguito alle guerre risorgimentali. Nel 1859 fu la Lombardia, tranne parte del Mantovano, a essere ceduta alla Francia (che la passò ai Savoia) poiché gli austriaci erano offesi dall’attacco sferrato dai piemontesi a San Martino alle loro truppe in ritirata dopo la battaglia vinta da Napoleone III a Solferino; nel 1866 fu la volta del Veneto, anche stavolta ceduto alla Francia (che lo passò all’Italia) per dispetto ai Savoia che, dopo aver rifiutato il territorio in cambio della neutralità nella guerra austro-prussiana, si erano fatti battere per terra e per mare.


Relazione sul servizio postale. Una “relazione corredata di tutti gli elementi statistici riguardanti il servizio postale” fu prevista dalla Legge postale del maggio 1862 e distribuita ogni anno al Parlamento dal 1864 al 1893.


Remboursement. Termine internazionale indicante le spedizioni contro assegno, ovvero da consegnarsi solo contro il pagamento della cifra indicata dal mittente, che poi gli viene inviata con vaglia o tramite conto corrente, e presente sulle relative etichette.


Repettati, Enrico. Capo incisore dell’Officina Carte Valori di Torino, elaborò quasi tutte le cornici dei francobolli di Stato, dei segnatasse e delle emissioni umbertine, nonché le prime carte valori postali di San Marino. Ai primi del secolo il suo posto fu preso dal figlio Alberto, cui si devono gran parte delle incisioni tipografiche e dal 1910 anche calcografiche usate per i francobolli italiani fino al 1931.


Répiquage. Termine filatelico per indicare una stampa apposta da privati su cartoline e biglietti postali: intestazioni commerciali, testi propagandistici e celebrativi, illustrazioni ecc. Le norme postali non hanno mai vietato tali stampe aggiuntive, purché non sia colpita l’impronta di affrancatura né, fino al 1908, la parte anteriore riservata all’indirizzo; e neppure ne hanno vietato la vendita, anche a prezzo diverso dal nominale, purché non avvenga da parte di uffici postali né dal 1904 di rivenditori autorizzati. Sotto il profilo collezionistico questi répiquages hanno un interesse molto relativo, potendo essere prodotti da chiunque e in qualsiasi momento, non essendovi possibilità di controllo sull’effettiva originalità persino nei pezzi usati. Tale limitato interesse vale anche per i tipi firmati dal Poligrafico, visto che in tal caso agisce in veste di semplice tipografia privata, non occorrendo alcuna specifica autorizzazione.


Replica. Risposta ad una lettera. “Aspetto una vostra replica.” (P. Leopardi)


Repubblica cisalpina. Fondata da Napoleone nell’ottobre 1797 con capitale Milano, riuniva la Repubblica cispadana e quella transalpina, da poco create. Soppressa nell’autunno 1799 dagli austro-russi, risorse nell’estate 1800 dopo la battaglia di Marengo, fu ampliata nel febbraio 1901 con il Polesine, per diventare nel gennaio 1802 Repubblica italiana e nel marzo 1805 il primo Regno d’Italia.


Repubblica cispadana. Creata da Napoleone il 16 ottobre 1796 unendo i territori del ducato di Modena a quelli ex-papali di Bologna e di Ferrara, fu incorporata l’anno seguente nella Repubblica cisalpina.


Repubblica di Venezia. Repubblica marinara che nel ‘300 iniziò a estendere i suoi

domini in terraferma fino a comprendere tutto il Veneto e parte della Lombardia fino all’Adda. Unico stato che, insieme al Piemonte, riuscì a non cadere sotto il predominio spagnolo, si fece invece sorprendere da Napoleone che il 17 ottobre 1797 col Trattato di Campoformio la cedette all’Austria in cambio del Belgio. Risorse, ma solo per circa un anno, durante i moti risorgimentali del 1848. Nel 1609 vi erano stati introdotti i fogli AQ considerabili la prima emissione al mondo di beneficienza obbligatoria legata alla corrispondenza.


Repubblica italiana. 1. Nome con cui nel gennaio 1802 fu ribattezzata la Repubblica cisalpina: il presidente era Napoleone Bonaparte e il vicepresidente Francesco Melzi d’Eril. Terminò nel marzo 1805, trasformata in Regno d’Italia.

2. Nata dal Referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ebbe ufficialmente inizio a metà giugno con la nomina da parte del Consiglio dei ministri di un Capo provvisorio dello Stato (il giorno 12), la partenza dall’Italia di Umberto II (il 13) e la proclamazione dei risultati definitivi del Referendum (il 18). La sua prima espressione postale si ebbe ai primi di luglio, con l’andata fuori corso di tutte le carte valori in cui ancora comparivano effigi o stemmi reali, mentre la dicitura “Repubblica Italiana” apparve per la prima volta su alcuni interi postali (il modulo vaglia da 2 lire dell’ottobre 1946, il biglietto e la cartolina postale da 4 lire del 1947). Nell’ottobre 1946 la prima serie commemorativa del dopoguerra ne celebrò indirettamente la nascita ricordando le Repubbliche medioevali; ma l’intestazione delle carte-valori restò il precedente e generico POSTE ITALIANE, o ITALIA nei valori di posta aerea. L’intestazione REPUBBLICA ITALIANA fu usata nei francobolli solo dal gennaio 1951 al 1955.


Repubblica ligure. Repubblica democratica sorta a Genova nel giugno 1797 sulle ceneri di quella aristocratica travolta dagli avvenimenti francesi; finì nel giugno 1805, con l’annessione della Liguria alla Francia e rivisse per un attimo dal 20 aprile 1814 al 3 gennaio 1815, quando per decisione del Congresso di Vienna fu costituita a ducato e incorporata nel Regno di Sardegna. Fino al 1805 solo l’ufficio postale di Genova utilizzò dei bolli postali, fra cui uno con la sigla RL.


Repubblica romana. Effimere repubbliche instaurate a Roma la prima volta a seguito della Rivoluzione francese, dal 14 dicembre 1798 al 13 novembre 1799, e la seconda dalla rivolta mazziniana, dal 15 febbraio al 14 luglio 1849. Del secondo periodo sono traccia evidente molti bolli di franchigia postale e gli en-tête di molte lettere ufficiali.


Repubblica sociale italiana. Entità statale costituita durante la 2ª Guerra mondiale nell’Italia centro-settentrionale occupata dall’esercito tedesco dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943; proclamata da Mussolini il 23 settembre, dopo la sua liberazione e il nuovo accordo con Hitler, ricevette il nome ufficiale nella riunione del consiglio dei ministri del 24 novembre successivo. Sotto l’avanzare degli Alleati vide restringersi sempre più il suo territorio fino a ridursi nell’estate 1944 alla pianura padana e alla Liguria; si dissolse a fine aprile 1945 con l’insurrezione popolare e l’ultima avanzata alleata. Dato il momento di guerra e l’eccessiva vicinanza di Roma al fronte, la capitale fu quasi subito spostata a Salò, sul lago di Garda, con i vari ministeri distribuiti in località diverse fra Bergamo e Venezia: la Direzione generale delle Poste fu stabilita a Verona mentre l’Ufficio filatelico si trovava a Venezia. La prima emissione ufficiale fu la riemissione di francobolli e interi postali con soprastampe varie sull’effigie e sulle insegne del “re traditore”; una nuova serie ordinaria iniziò ad apparire nel giugno 1944, illustrata con temi propagandistici quali il tamburino o i monumenti distrutti. Propagandistica è anche l’unica serie commemorativa, volendosi ricordare che i fratelli Bandiera erano stati catturati e fucilati grazie al tradimento di un inglese.


Repubblica transalpina. Effimera repubblica comprendente la Lombardia, la Valtellina, le contee di Bormio e di Chiavenna e i feudi svizzeri di Chiavenna e Maccagno, creata da Napoleone il 19 aprile 1797 e confluita il successivo ottobre nella Repubblica cisalpina.


Reseda. Nome dato dai filatelisti, con riferimento a non meglio precisate piante erbacee delle resedacee, a una rara tonalità di verde bluastro presente nel 5 cent. dell’emissione sarda del 1854, usata soprattutto nella contea di Nizza e in Sardegna.


Respinto. Rimandato al mittente perché rifiutato, non chiesto o comunque non potuto recapitare, dal 1899 con l’obbligo di indicarne il motivo.


Responsiva. Arcaico per lettera di risposta, in antitesi a missiva.


Retino. Trama composta da punti rotondi, quadrati, ellittici ecc. o da trattini, con densità da 10 a 70 linee/cm, usata per ottenere immagini da riprodurre in tipografia, offset e rotocalco. Attraverso l’esposizione alla luce col metodo fotografico, le sfumature del disegno vengono trasformate in punti o tratti di diversa dimensione: più grandi e compatti, fino al nero pieno, nelle zone più scure; più piccoli e radi, fino alla totale assenza, nelle zone chiare.


Retrodato. 1. Lettera respinta ad altro ufficio:. “il debito da darsi ai titolari… pei retrodati distribuiti” (Istruzioni del 1861, art. 224)

2. Bollo di scarico in uso nel Regno di Sardegna e poi in Italia, equivalente al francese déboursé, normalmente impresso in rosso.


Retrocessione. Rinvio al mittente.


Rettifica dell’indirizzo. E’ possibile per il mittente fare tale richiesta dopo l’impostazione posto che la corrispondenza non sia ancora stata consegnata. Fino al 1921 era previsto il pagamento della lettera raccomandata o del telegramma con cui si davano istruzioni all’ufficio di destinazione, mentre in seguito è stato stabilito un diritto fisso, da rappresentare con francobolli applicati su un apposito modulo a due sezioni.


Ricevitore. Titolare di una ricevitoria postale e/o telegrafica. Dal 1899 non poteva essere il sindaco.


Ricevitoria. Termine usato per indicare gli uffici postali locari retti da un ricevitore, dal 1913 esteso a tutti gli uffici postali, esclusi quelli principali. Dal 1952 indica solo gli uffici minori, affidati a un portalettere e pertanto tenuti aperti al pubblico solo in alcune ore del giorno.


Ricevuta di pagamento. Modulo istituito nel 1865, equivalente della ricevuta di ritorno nel servizio dei vaglia. A cavallo del Novecento erano comprese in un unico modulo.


Ricevuta di ritorno. Modulo che, a richiesta del mittente, viene allegato alle lettere raccomandate o assicurate e ai pacchi postali e, dopo la loro consegna, attestata sullo stesso stampato dalla firma del destinatario, viene restituito al mittente. Servizio introdotto a metà ‘800, ha cominciato a essere chiamato avviso di ricevuta dal 1899, con l’adozione del modello unico per l’interno e per l’estero (visto che così era chiamato nel servizio internazionale), e dagli anni ‘20 ha preso definitivamente il nome di avviso di ricevimento.


Richiamo, vedi Reclamo


Richter. Stabilimento grafico di Napoli, già attivo a fine ‘800. Tra il 1943 e il 1944, essendo scampato ai bombardamenti, fu incaricato dal Governo reale della stampa di un francobollo da 50 cent. per cui fu scelto come soggetto augurale la Lupa capitolina dopo aver scartato la firma di Badoglio, proposta in un primo tempo per evidenziare la caduta di Mussolini ma ritenuta troppo personalistica, dopo l’esperienza del Duce, da Vittorio Emanuele.


Ricognizione o riconoscimento. Identificazione di una persona, atto necessario anche in posta nel caso in cui il destinatario di raccomandate e assicurate o chi doveva riscuotere vaglia e titoli di credito non fosse conosciuto presso l’ufficio postale in cui non erano indirizzate. Al tempo in cui i documenti personali erano una cosa rara, ed evitare che l’interessato si dovesse presentare con due garanti noti all’ufficio, nel 1874 fu introdotto in Italia il libretto di ricognizione, destinato alle persone in viaggio, con i dati personali e la firma autografa, il quale comprendeva 10 cedole, ciascuna corredata da una speciale marca, da compilare e tagliare a metà (marca compresa) ad ogni operazione. Dall’aprile 1886 questo sistema divenne internazionale, anche se solo in alcuni paesi, e col tempo subì numerose variazioni, a cominciare dall’impiego della fotografia all’uso di segnatasse e normali francobolli, applicati però solo nella pagina con i dati anagrafici. Finché nel 1923 non entrarono in uso le più semplici tessere postali di riconoscimento.


Ricordi. Editore milanese, specializzato in musica e a fine ‘800 anche in cartoline illustrate (se ne fece realizzare una serie sulla Vita militare dal grande Giovanni Fattori); fu l’unica ditta in Italia che utilizzò la bollatura preventiva non a scopi filatelici.


Riester, Martin (Colmar 1819 - Parigi 1870)Disegnatore e incisore francese, allievo del Rosbach e operante dal 1840 a Parigi come specialista in fregi e lettering, autore di numerosi saggi fra cui uno per San Marino inviato alla Repubblica nel marzo 1865 che, come gli altri, non ebbe alcun séguito. (vedi Lo chiamavano Saggio De La Rue, su Storia postale n. 1, 1976)


Rifiutata. Corrispondenza respinta dal destinatario, solitamente perché tassata.


Rifiuti. Corrispondenze respinte dal destinatario e mancanti dell’indicazione esterna del mittente, oppure rifiutate sia dal destinatario che dal mittente, dirette a persone defunte e senza eredi, o comunque rimaste inesitate dopo il previsto periodo di giacenza; un tempo dovevano essere inoltrate all’apposito Ufficio abilitato ad aprirle nel tentativo di risalire al mittente. Venivano contraddistinte dall’indicazione RIFIUTO o Rifiutata, o NON CHIESTA.


Riforma postale. Erano definite di riforma postale le leggi come che, insieme al relativo Regolamento d’attuazione e ad apposite Istruzioni di servizio, riprendevano e aggiornavano integralmente la normativa postale.


Riforma postale inglese. Legge britannica che nel 1839-40 rivoluzionò il sistema postale fino ad allora seguito ovunque, introducendo il concetto di tariffa uniforme per l’intero Stato (e il più bassa possibile), calcolata solo in base al peso, e preferibilmente pagata in anticipo. A metà ‘800 le proteste sui costi elevati e sui privilegi postali erano crescenti, specie nei Paesi più avanzati in cui il progresso industriale aumentava la mobilità anche nei ceti medi e di conseguenza l’esigenza di comunicare a distanza. In Gran Bretagna tali proteste arrivavano anche in Parlamento; e fu proprio dopo aver ascoltato le veementi parole del parlamentare Robert Wallace contro gli abusi postali, ed essersi attentamente documentato insieme ai fratelli Edwin, Frederic e Matthew sui vari aspetti della questione, che un educatore di nome Rowland Hill giunse a una semplicissima e sconcertante conclusione: visto che persino una lettera da Londra a Edimburgo, per cui si pagava più di uno scellino, in realtà costava alle poste meno di un farthing, un quarto di penny, se tutti avessero pagato – anche i nobili, e possibilmente in anticipo – una tassa di un penny sarebbe stata più che sufficiente per coprire le spese di una lettera diretta in qualunque località del Regno Unito. Se poi questa tariffa uniforme per tutto lo Stato si fosse calcolata semplicemente in base al peso, si sarebbero semplificate ulteriormente le cose, evitando il ricorso all’ufficio postale anche per la spedizione di plichi. In più, consentendo e favorendo l’affrancatura anticipata, il portalettere “non solo non dovrà fermarsi per farsi pagare le tasse postali ma probabilmente non dovrà neppure attendere l’apertura della porta, poiché ogni casa potrà essere provvista di una cassetta delle lettere e il postino, dopo avercele infilate e aver bussato, potrà passare oltre velocemente”. Ovvero, un risparmio del 200% anche sui costi di distribuzione. Queste idee furono pubblicate da Rowland Hill nel febbraio 1837 in un opuscolo intitolato La Riforma postale, sua Importanza e Fattibilità; naturalmente non piacquero né alle autorità postali, spaventate da una simile innovazione, né ai nobili e ai politici, timorosi di perdere il loro privilegio della franchigia. Ma ebbero subito il consenso e il pieno appoggio dell’opinione pubblica britannica, in particolare di due importanti gruppi sociali: gli uomini d’affari, per il cui lavoro il servizio postale era da sempre fondamentale, e i riformatori religiosi, soprattutto i protestanti evangelici, per i quali la conoscenza è un modo di avvicinarsi alla santità, e la facilità di comunicare è ritenuta indispensabile per diffondere la conoscenza. Ci vollero due anni di battaglie parlamentari, di petizioni, di campagne giornalistiche, dell’appoggio di un Comitato che dal 14 marzo 1838 pubblicò anche un giornale, The Post Circular, i pamphlet di W.H. Ashurst, Henry Hooper e Samuel Taylor, persino i pubblici sberleffi: come quando, sotto gli occhi di rappresentanti della stampa, furono spedite a eminenti personaggi due lettere, una di un solo foglio anche se enorme, che però pagava la tariffa semplice, e una piccolissima ma composta da due fogli e che perciò pagava il doppio dell’altra! Anche la riduzione della franchigia al solo servizio di Stato trovò un’autorevole fautrice nella stessa Regina Vittoria, disposta a pagarsi la sua corrispondenza personale, e che nel suo discorso del 27 agosto 1839 alle Camere riunite si dichiarò favorevole alla riduzione. Alla fine la grande Riforma postale passò, e integralmente, anche se per gradi: quando entrò in vigore, il 5 dicembre 1839, la tariffa uniforme per tutto il Regno Unito fu di 4 pence ogni mezza oncia (15 grammi). Il successo fu tale da giustificare fin dal 10 gennaio 1840 la riduzione a un solo penny, come volevano ormai tutti! Nel frattempo vennero poste in cantiere le altre novità, necessarie per facilitare l’affrancatura anticipata delle corrispondenze: fogli-lettera, buste già affrancati e pronti per l’invio, e francobolli da applicare su qualunque lettera o plico. I primi comparvero agli inizi di maggio del 1840, e completarono il successo della Riforma, che nel giro di pochi decenni, e malgrado qualche reticenza iniziale, rivoluzionò in pratica i servizi postali di tutto il mondo.


Rigommato. Termine filatelico per indicare un francobollo la cui gomma non è originale.


Rigommatura. Applicazione di uno strato di gomma del tutto simile a quello originale al retro di francobolli che ne sono privi o che erano stati linguellati. Trucco realizzato per aumentare il valore commerciale di tali esemplari e accontentare i collezionisti di gomma vergine.


Rijeka, vedi Fiume


Rilievo, Stazione di posta, luogo in cui si fermavano le diligenze, le vetture-corriere

e i corrieri per il cambio dei cavalli e del postiglione. Comprendeva l’alloggio del mastro di posta e del postiglione, la stalla e un locale di ristoro (e in qualche caso anche di riposo) per i viaggiatori. Sulla porta erano affissi le insegne (di solito lo stemma reale e il corno o la trombetta, distintivi del servizio) e un manifesto con le tariffe; di notte vi era un lume acceso e un postiglione di guardia.


Rilievo o rilievografia. Tecnica di stampa che consente di imprimere immagini incolori sporgenti dalla superficie della carta, comprimendo il foglio tra un punzone a sbalzo e un contropunzone a incavo. Può essere effettuata contemporaneamente alla stampa tipografica (tiporilievografia) inserendo il contropunzone nella tavola da stampa e il punzone nel piano di pressione del torchio.


Rimessa. Spedizione di denaro, o anche merci.


Rimettere. Inviare, spedire.


Rinnovazione. Termine postale ottocentesco che indicava il rinnovo di vaglia scaduti o smarriti, possibile “dopo trascorso un periodo di tre mesi oltre quello del loro rilascio”.


Riparazione. Intervento tendente a far scomparire pieghe, fori, graffi, lacerazioni e altri difetti presenti in un francobollo o in un intero postale, a ricostruire margini o dentelli di un francobollo, o a ripulire e ricostruire un oggetto postale. Accettabile come forma di leggero restauro, che permette un miglior godimento del pezzo filatelico (altrimenti talvolta si nota più il difetto dell’esemplare in sé), non deve però alterare né snaturare le caratteristiche originali del pezzo e dev’essere dichiarato in caso di vendita, altrimenti si può configurare il reato di truffa.


Ripartitore. Addetto allo smistamento della corrispondenza. Superato in gran parte dall’introduzione del CAP e dei relativi impianti di smistamento automatico, ma non del tutto visto che un 10% della corrispondenza viene “sputato” dalle macchine a causa di indirizzi o CAP errati, sbagli o mancanze nei nomi del destinatario o della destinazione, e solo l’essere umano, specie se con un’ottima memoria e l’intuizione per i nomi strani può evitare il rinvio al mittente. (Immagine dal film "Il mio amico Eric" di Ken Loach).


Riporto. Nella tecnica litografica è l’operazione di trasferimento di un disegno da una pietra ad un’altra mediante decalco su carta di China. Il termine viene erroneamente usato da alcuni filatelisti per definire anche le duplicazioni fotografiche (fotolito) del rotocalco o dell’offset.


Riscontrare. Dare risposta a una lettera.


Riscontro. Epistolarismo, nel senso di “risposta a una lettera”.


Riscossione titoli o effetti per conto di terzi. Servizio d’incasso di cambiali, tratte e

altri crediti effettuato dalle poste a partire dall’agosto 1889, contro pagamento di un diritto fisso o proporzionale comprendente il costo del vaglia per l’invio della somma incassata al mittente, e della spedizione raccomandata (o assicurata in caso di titoli al portatore), che però non fu richiesta dal luglio 1891 al febbraio 1899 per le riscossioni entro il distretto. In caso di mancato pagamento, si può richiedere all’ufficio di destinazione di provvedere anche al protesto, con l’intervento dell’ufficiale giudiziario, di un notaio o, in loro mancanza, del segretario comunale; in tal caso dovranno essere rimborsate le eventuali maggiori spese. Il diritto fisso per il servizio era rappresentato inizialmente con segnatasse, e dal 1891 mediante francobolli. Sui titoli l’avvenuto incasso era indicato con il bollo R.P.PAGATO.


Risparmio postale. Introdotto nel 1876 grazie all’intuizione di Quintino Sella di utilizzare la posta e la capillarità dei suoi uffici per consentire a tutti, anche ai ceti più poveri e agli abitanti delle località più disagiate, di fruire dei vantaggi del risparmio; e allo stesso tempo di favorire ulteriori vantaggi sociali conferendo le somme raccolte dalle Casse di Risparmio postale alla Cassa Depositi e Prestiti, che le concedeva ai comuni per opere di pubblica utilità.


Rispedizione. Restituzione alla posta di una corrispondenza per cambio d’indirizzo del destinatario o altra ragione. Nel caso la corrispondenza rispedita venga gettata in buca anziché riconsegnata al portalettere, deve essere riaffrancata o viene tassata di conseguenza.


Risposta. 1. Lettera con cui si risponde a un messaggio ricevuto.

2. Seconda parte della cartolina postale con risposta pagata, che normalmente veniva usata da sola, di solito recante nell’intestazione la dicitura RISPOSTA.


Risposta pagata. Servizio speciale telegrafico, eseguito tramite appositi buoni.


Ristampa. 1. Successiva tiratura di una carta-valore.

2. In filatelia indica normalmente una tiratura effettuata dalla stessa Stamperia a grande distanza di tempo, di solito dopo il termine di validità, utilizzando tavole originali o comunque ricavate dai conî originali, per accontentare i collezionisti e un tempo anche i musei postali.


Ritaglio. Termine filatelico indicante un francobollo impresso su cartoline, biglietti postali ecc. che è stato ritagliato per essere utilizzato come francobollo adesivo o anche solo per collezione. In Italia non era ammesso, anche se raramente lo si tassava, mentre lo era in altri Paesi: nel 1899 la Danimarca lo ammise anche per l’estero, chiedendo a tutti i Paesi che non venissero tassati.


Ritiro di una lettera imbucata, Il mittente di una corrispondenza o di un pacco può chiederne e ottenerne la restituzione, posto che la consegna non sia ancora avvenuta. Fino al 1921 era previsto il pagamento della lettera raccomandata o del telegramma con cui si davano istruzioni all’ufficio di destinazione, mentre in seguito fu stabilito un diritto fisso, da rappresentare con francobolli applicati su un apposito modulo a due sezioni.


Ritocco. Intervento manuale sulla tavola o sulla pietra da stampa per eliminare un difetto di duplicazione o di riporto.


Ritornare. 1. Restituire lettere o altro.

2. Ricambiare saluti, ossequi, complimenti ecc.


Ritrasmesso, reéxpédié. Dal 1897 formula indicante il telegramma da farsi

proseguire a richiesta del destinatario o suoi rappresentanti, o d’iniziativa d’ufficio. Se su richiesta del mittente la formula è FS, faire Suivre.


Riusato. Francobollo già usato e utilizzato per affrancare in frode. Nel 1863-64 vennero previste pesanti ammende per chi ci provava: poi le multe furono limitate a chi tentava di far scomparire l’annullo con lavaggi e altri sistemi, anche in considerazione delle persone con vista corta o con poca dimestichezza coi francobolli.


Rivalsa. Termine austro-ungarico per assegno, nel senso della cifra “assegnata” dal mittente, solo contro pagamento della quale il plico o il pacco poteva essere consegnato.


Rivenditori autorizzati o patentati. Rivenditori di generi di privativa, muniti di “patente” per la vendita di carte-valori postali e fiscali. Dal 1888 la concessione di vendere francobolli e cartoline postali e per pacchi fu estesa a tutti i rivenditori di generi di privativa e, nei centri minori, anche ad altri rivenditori.


Rivista delle Comunicazioni. Fondata dal Ministero delle Poste e dei Telegrafi nel 1908 per diffondere anche fra il pubblico notizie e informazioni su poste, telegrafi e telefoni, comprendeva una “Parte prima” di carattere generale, con notizie varie dall’interno e dall’estero, giurisprudenza, bibliografia ecc. e una “Parte seconda, ufficiale” con leggi, decreti, disposizioni di servizio e notizie sugli uffici postali. Dal 1º gennaio 1924 inglobò il Bollettino postale-telegrafico, del quale manteneva il formato; terminò le pubblicazioni nel dicembre 1928 quando fu sostituita dalla Rassegna delle Poste, dei Telegrafi e dei Telefoni.


Rivoltare. Rispedire una lettera ad altra destinazione: “Lettere raccomandate dell’interno per l’interno del Regno da rivoltarsi all’estero” (Bullettino postale del 1867)


RL, Raggio Limitrofo. Bollo usato per distinguere le corrispondenze circolanti tra

uffici di Stati diversi ma compresi entro una distanza ridotta, per cui vigeva una particolare tariffa.


R. Nº….. Bollo usato per numerare le raccomandate in uso dal settembre 1889 ai primi del Novecento; dal maggio 1893 le Direzioni provinciali lo ebbero con indicazione della località.


RO. Nei telegrammi sta per Recapitabile aperto


Rodi. La maggiore delle isole del Dodecanneso. La 6ª Divisione comandata dal Gen. Ameglio vi sbarcò il 4 maggio 1912 nella baia di Calitea, il 5 entrò nella città fortificata di Rodi e il 16 maggio ebbe ragione della guarnigione turca con la vittoria di Psinthos. L’ufficio postale italiano fu aperto solo l’8 giugno 1912, seguito negli anni da 41 collettorie; vi operarono fino a tutto il 1914 un ufficio austriaco, fin verso il 1919 un ufficio russo gestito dall’agenzia della ROPIT e fino all’estate 1924 un ufficio francese. Ebbe 28 francobolli con il proprio nome in soprastampa; alcune serie e una cartolina postale recanti la dicitura RODI furono in uso in tutto il Dodecanneso. L’11 settembre 1943 le forze tedesche di stanza a Rodi costrinsero la guarnigione italiana alla resa. Sbarcati gli inglesi il 9 maggio 1945, dal 12 maggio tutti gli uffici furono chiusi e gradualmente riaperti solo dall’11 giugno seguente utilizzando i francobolli MEF.


Romagne o Legazioni pontificie. Possedimento della Chiesa fin dal 1278, tranne la parentesi napoleonica fra il 1796 e il 1814, insorse ripetutamente contro l’oppressivo potere teocratico (moti del 1820, 1831, 1845, 1849, tutti repressi grazie all’intervento austriaco o francese). Durante la guerra tra l’Austria e il Piemonte del 1859 il ritiro delle truppe austriache dall’intero territorio consentì il loro distacco dallo Stato Pontificio e la costituzione di un governo provvisorio. Il 9 settembre fu nominato governatore Luigi Carlo Farini, già dittatore a Modena e Parma, che nel gennaio 1860 unificò gli ex-ducati e le ex-Legazioni pontificie nelle “Regie Provincie dell’Emilia”, annesse al Regno di Sardegna nel marzo successivo. Dopo un primo periodo in cui si esaurirono le scorte dei francobolli pontifici, ricorrendo talvolta a frazionamenti e anche all’uso di vecchie tecniche postali (come il bollo Affrancata e la cifra riscossa manoscritta al retro), il 1º settembre 1859 fu emessa una serie di francobolli stampati molto semplicemente in nero su carta colorata, che restarono in uso fino all’annessione.


Rombi. Tipo di annullo muto distribuito nel Regno di Sardegna agli inizi del 1851 per l’annullamento dei primi francobolli. Abbandonato nel 1853, fu riesumato in particolari occasioni, (in Savoia dopo la cessione alla Francia, a Roma nel 1870, a Tripoli ecc.) e nel 1864 a Torino abbinato a un piccolo datario sperimentale di fattura inglese applicato a macchina. In questa occasione fu descritto come “una stampiglia quadra divisa in parecchie linee trasversali composte di piccoli quadretti parallelogrammici”.


Ronchi, Luigi. Litografo milanese, autore di una serie di saggi presentati nel marzo 1863 alle Poste italiane senza alcun successo.


Roneo Neopost. Marca di affrancatrici meccaniche elettriche a valori componibili commercializzate dal 1967 dalla Rototype srl di Milano, recano nell’impronta la sigla RN


Rosetta. Fregio circolare a forma di fiorellino, caratteristico dei bolli circolari sardi a data introdotti nel 1849.


Rotativa. Macchina da stampa caratterizzata da cilindri in rotazione continua e dall’alimentazione mediante carta in bobina (se necessario anche in fogli), e quindi capace di alte velocità di produzione: i primi esemplari, tipografici, risalgono al 1847, dovuti allo statunitense R. Hoe. Il sistema utilizzato può essere la tipografia, la calcografia, la fotocalcografia o l’offset, ed eventualmente anche due diversi sistemi contemporaneamente. Le lastre da stampa, ricurve, sono applicate al cilindro portaforme, e imprimono sul foglio che un cilindro di pressione, rotante alla stessa velocità in senso opposto, tiene premuto contro la lastra. A ogni cilindro fa capo un gruppo macinatore, costituito da rulli in continua rotazione che omogeinizzano e stendono sulle lastre l’inchiostro prelevato dal calamaio. A monte dei cilindri da stampa vi è il dispositivo di alimentazione della carta, mentre a valle si trovano dispositivi per l’essiccazione rapida degli inchiostri, il controllo sulla stampa e sul registro, il taglio, la piegatura e l’eventuale perforazione dei fogli.


Rotocalco o rotocalcografia.Moderna evoluzione della tecnica calcografica su rotativa, con l’utilizzo di cilindri di rame recanti un’incisione ottenuta con mezzi fotochimici. L’immagine, compresi i testi, viene fotografata attraverso un retino e riportata su carta pigmento ricoperta di gelatina che, premuta contro il cilindro, vi lascia solo la gelatina sensibilizzata dalla luce: il cilindro viene poi immerso in una soluzione acquosa di percloruro ferrico che intacca il rame in maniera più o meno profonda a seconda dello spessore della gelatina, creando un reticolo di fori e tratti in cui si depositerà l’inchiostro da stampa. Come nella calcografia, il cilindro viene totalmente inchiostrato da un rullo collegato al calamaio e quindi ripulito da una raclache asporta l’inchiostro dalla superdicie. Le rotative sono solitamente dotate di almeno due cilindri usabili in simultanea per stampe a due colori o a un colore sulle due facce del foglio; le macchine più recenti dispongono, oltre che dei quattro cilindri per la stampa in quadricromia, anche di cilindri per ulteriori colori a parte, plasticatura ecc. e dispositivi per l’essiccazione rapida dell’inchiostro, la perforazione, la tranciatura e altre lavorazioni. Le stampe in rotocalco si distinguono agevolmente anche a medio ingrandimento dalla retinatura che interessa l’intero disegno comprese eventuali diciture: i bordi delle lettere, anche se ottenute da una composizione, sono sempre zigrinati in modo più o meno evidente, al pari di fili, cornici e tratteggi.


Rotolo,Lungo nastro di francobolli disposti in un’unica striscia continua, per la vendita tramite distributore automatico. Può comprendere sia un solo tipo di francobollo che più valori diversi, per fare cifra tonda e facilitare l’uso delle macchine automatiche. Gli esemplari sovente non sono dentellati su due lati, e in Italia uno ogni cinque può recare una cifra al retro, per contabilizzarli.


Routed via ACCO. Timbro triangolare apposto dall’Allied Control Commission Office, l’ufficio di controllo Alleato istituito nella Venezia Giulia, semplicemente per indicare (come l’ACS nelle altre regioni d’Italia) il regolare passaggio attraverso tale ufficio. Poiché in base agli accordi presi con gli Iugoslavi la posta non poteva essere censurata localmente, in questo caso l’eventuale censura avveniva a Udine o a Venezia.


RP. Nei telegrammi sta per Risposta Pagata. Anche RPD, Risposta Pagata Urgente


R.P. Sigla di Regie Poste.


R.P. PAGATO. Bollo creato nel 1881 per il servizio dei pacchi postali: non doveva essere impresso sul pacco ma “sui modelli nº 258, per comprovare l’effettuato pagamento di tutti i diritti doganali, postali e di consumo”. In seguito oltre che sul bollettino fu impresso anche sugli avvisi, compresi quelli internazionali spediti esenti da ogni diritto. Durante la seconda guerra mondiale venne usato nell’ambito della Repubblica Sociale in alternativa ai francobolli, talvolta con la R di “Regie Poste” scalpellata, con a fianco l’indicazione manoscritta della cifra versata: i casi posteriori all’aprile 1945 sono normalmente frodi postali.


R.R sigla di Ricevuta di ritorno, riportata anche in un bollo in dotazione agli uffici


RR.POSTE. Piccolo bollo con la dicitura fra barre orizzontali fornito sperimentalmente nel 1895 ad alcuni portalettere rurali delle provincie di Novara, Udine e Siena insieme al bollatoio e a una scatola di latta che li conteneva, per bollare le corrispondenze da recapitare lungo il tragitto. La novità, che comprendeva anche un fischietto per annunciare il proprio passaggio, non ebbe seguito.


RR.POSTE T.S. Piccolo bollo circolare in dotazione agli uffici per segnalare gli oggetti aventi diritto a “tassa speciale” o alla “tassa semplice” in arrivo.


RSI, vedi Repubblica Sociale Italiana


Ruggine. Sono così definite dai filatelisti le macchie scure o rossicce, normalmente dovute a muffe, che si presentano su francobolli, interi e documenti postali a causa della pessima qualità della carta o della gomma impiegate, oppure in seguito a conservazione in ambiente umido o a contatto con carta scadente o con impurità.


Rulletta. Nel sistema calcografico applicato alle carte valori, piccolo rullo d’acciaio portante una o più iincisioni “in negativo” ricavate dal conio originale. Montata su un mandrino, a sua volta alloggiato su appositi cursori, la rulletta viene fatta scorrere più volte sulla lastra d’acciaio tenero sotto pressione crescente, finché l’acciaio ancora plasmabile della lastra non è penetrato negli incavi della rulletta dando luogo a incisioni “in positivo” identiche a quella del conio originale.


Ruota alata. Tipo di filigrana presente nella carta sia in fogli che in rotoli utilizzata per la stampa dei francobolli italiani dall’estate 1945 al 1954; il disegno della ruota alata fu definito ufficialmente “segno cabalistico” o “ruota della fortuna” e la sua funzione propiziatoria diede apparentemente buoni risultati, vista la ripresa economica degli anni ‘50! I collezionisti ne distinguono tre tipi, derivanti dalle varie cartiere e anche dalle diverse tecniche di produzione. Una versione di grande formato e più descrittiva venne usata per la filigrana dei bollettini di spedizione per pacchi emessi tra il 1947 e il 1957.