I termini, le accezioni, le sigle usate nella normativa delle Poste, nella consuetudine postale e dai collezionisti,e le località e i personaggi della storia postale.

di Franco FIlanci, AIFSP

D. 1. Bollo usato dal 1894 dai messaggeri, il cui datario non indicava una località ma gli estremi della linea servita, per segnalare le lettere tra località formanti un unico circondario postale e regolarmente affrancate per il distretto che altrimenti in arrivo sarebbero state tassate.

2. Nei telegrammi sta per Urgente


Dalmazia. Parte della costa orientale dell’Adriatico, un tempo veneziana e poi austriaca, che l’Italia tentò di conquistare con la Guerra 1915-18. Gli accordi di Londra del 1915 prevedevano che diventassero italiane tutte le isole della costa orientale adriatica, da Cherso e Veglia fino a Lesina e Meleda (tranne Brazza, chissà perché) e la fascia costiera comprendente Zara e Sebenico (ma non Spalato e neppure Ragusa). E il 4 novembre 1918, al termine del conflitto, l’Italia iniziò l’occupazione della Dalmazia, che terminò nel marzo 1919: oltre al territorio fra Zara e Benkovac vi erano comprese le isole curzolane e quelle di fronte a Zara. Tuttavia la creazione del nuovo Stato iugoslavo impedì l’attuazione degli accordi, lasciando all’Italia soltanto un contentino: a seguito del Trattato di Rapallo del 12 novembre 1920, il 2 febbraio 1921 furono annesse all’Italia la città di Zara con un ristretto territorio e le isolette curzolane di Lagosta e Cazza. Tra il 19 aprile e il 13 giugno seguente il resto della Dalmazia fu sgombrato. ad esclusione della zona intorno a Zara e isole prospicienti (la III Zona Dalmata) di cui continuò l’occupazione fino al giugno 1924 a garanzia degli impegni della Iugoslavia.

Le mire italiane però continuarono, e con l’intervento militare italo-tedesco che nella 2ª guerra mondiale portò all’occupazione e allo smembramento della Iugoslavia l’Italia poté finalmente annettersi la Dalmazia, 5200 kmq e 320.000 abitanti divisi fra le tre provincie di Zara, Spalato e Cattaro: ma durò solo dal 7 giugno 1941 al settembre 1943.


Dal Mistro, Achille (Venezia 8.8.1892 - battaglia dell’Isonzo 24.5.1917).Pioniere dell’aeronautica. Ancora diciannovenne, nel corso del Circuito aereo franco-italiano Bologna-Venezia-Rimini-Bologna organizzato dal Resto del Carlino, il 19 settembre 1911 trasportò sul suo Deperdussin una ventina fra lettere e cartoline consegnategli dal Direttore provinciale delle poste di Bologna e dirette a Venezia. Sono le prime corrispondenze trasportate da un aereoplano in Italia, anche se il primo trasporto aereo ufficialmente e regolarmente organizzato dalle Poste si svolse fra Milano e Torino il 29 e 31 ottobre 1911.


D’Annunzio, Gabriele (Pescara 12.3.1863 - Gardone BS 1.3.1938). Poeta, romanziere e drammaturgo, caratterizzato da una viva sensualità, dall’estrosa raffinatezza formale e dal mito del superuomo che ispirò la sua vita ancor prima della sua opera, fino a creare un vero e proprio modello di comportamento. Fervente interventista, nella Grande Guerra si arruolò come volontario, segnalandosi per alcune azioni audaci come le incursioni aeree su Pola e Cattaro e la beffa di Buccari, e soprattutto per l’occupazione di Fiume nei cui francobolli si fece ritrarre da Marussig insieme al motto Hic manebimus optime, qui staremo benissimo.


De Bernardi, Mario (Venosa PT 1.7.1893 – Roma 8.4.1959). Pilota, nel 1911 volontario in Libia, durante la Grande Guerra fece parte della squadriglia Baracca ed effettuò i voli postali fra Torino e Roma del 22, 26 e 27 maggio 1917 per cui fu emesso il primo francobollo aereo al mondo. Due volte primatista mondiale nella coppa Schneider, fu consulente della Caproni, per cui nel novembre 1941 portò da Milano a Roma l’aereo a propulsione termodinamica progettato da Secondo Campini, primo esempio al mondo di aereo a reazione. Morì durante un volo di prova, riuscendo però a riportare intatto a terra l’aereo.


Déboursé. Indicazione che, nell’ordinamento postale francese successivo al 1738, segnalava le lettere con indirizzo errato, maldirette, erroneamente tassate o non potute recapitare a causa del destinatario partito o ignoto, che comportavano, se non affrancate, uno scarico contabile della relativa tassa. La dizione Déboursé de… iniziò ad apparire verso il 1740 e si affermò subito, tanto che figura in tutti i bolli giustificativi di scarico entrati in uso in Francia a partire dal 1752. Introdotto in Italia con i sistemi postali napoleonici, fu in qualche caso mantenuto anche in seguito con altri nomi: negli Stati sardi come Retrodato, nel Regno delle Due Sicilie come Corretta.


Decalco. Controstampa speculare più o meno nitida e completa al retro di francobolli e interi postali prodotti in tipografia, causata da una battuta a vuoto che ha impresso il disegno sul piano d’appoggio dei fogli; nelle successive battute i fogli ricevono l’impressione su entrambi i lati, anche se quella al retro è sempre più leggera. Può verificarsi anche con altri sistemi di stampa, ma per contatto dei fogli non ancora asciutti tra loro.


De Caterini, Romolo. Direttore generale delle Poste dal 26.11.1950 al 25.9.1963, fu il primo nel nostro secolo a prendere in mano la situazione, anche nel settore filatelico. Promosse la Mostra della meccanizzazione postale del 1956 e incaricò Aurelio Ponsiglione di mettere ordine nel dimenticato Museo postale. A suo modo fu interessato ai francobolli, che infatti iniziarono a essere riprodotti sui Bollettini postali, anche se si trovò a dover gestire la spinosa vicenda dello stock ministeriale. Dal 1953 al 1957 presiedette la Commissione tecnica artistica voluta dal Ministro Spataro per la scelta dei bozzetti dei nuovi francobolli: in questa veste tentò di svecchiare il settore, ma con qualche eccesso. Sua l’idea delle scritte in cinese sui francobolli Marco Polo del 1954, che volle accompagnati da una circolare esplicativa da cui nacquero i Bollettini illustrativi. Sua fu pure l’iniziativa dei francobolli anaglifici, anche se realizzati solo nel 1956 con accompagnamento di appositi occhiali. Stanco dei troppi tipi e varietà che generava, mandò in pensione la filigrana ruota alata, rimpiazzata dalle stelle senza diciture marginali. Pensionò pure la scomoda e costosa Italia al lavoro, e curò personalmente la Michelangiolesca.


Definitivo. In contrapposizione a provvisorio, definisce una carta-valore ordinaria destinata, almeno nelle intenzioni, a restare in corso a lungo.


De La Rue, Thomas (Guernsey 24.3.1793 - Londra 2.6.1866)Apprendista in una stamperia, a 10 anni si mise in proprio e nel 1816 si trasferì a Londra dove fondò un’officina grafica e si impose con alcune invenzioni quali la lucidatura dopo la stampa e una macchina per fabbricare le buste. Grazie all’alto standard qualitativo raggiunto con la stampa tipografica, specie nella riproduzione di disegni e con tecniche innovative ideate dal figlio Warren, chimico e incisore, nel 1853 la sua officina ottenne dal Governo britannico l’incarico per la produzione delle marche da bollo e dal 1855 dei francobolli. Specializzatasi nella produzione di carte-valori tipografiche, che eseguì per numerosi Paesi, nel 1862 la Thomas De La Rue & Co. fu chiamata a stampare marche da bollo e francobolli anche per l’Italia e inoltre, per volontà di Quintino Sella, a fornire i materiali e la tecnologia necessari per impiantare l’Officina carte-valori governativa di Torino. Per estensione il termine De La Rue indica anche gli undici francobolli realizzati dalla Casa londinese, compresi quelli stampati a Torino dalla fine del 1865 sino al 1895 e quelli derivati.


Della Balda. Tipografia sammarinese, dal 1924 chiamata più volte dalle Poste della Repubblica a soprastampare carte valori postali e a produrre interi postali.


Delvino (Delvinë). Località dell’Albania occupata dall’Italia il 2 ottobre 1916: fino al 1919 vi operò un ufficio postale italiano dotato di normali carte valori senza soprastampa.


Democratica. Nome filatelico della serie ordinaria definita nei decreti “Democrazia”, apparsa il 1º ottobre 1945, integrata successivamente con nuovi tagli e rimasta in uso, per quanto riguarda alcuni valori aerei, fino al 1992. Ultima serie del Regno d’Italia e prima della Repubblica Italiana, secondo Federico Zeri mostra la continuità ideale e burocratica tra vecchia e nuova Italia, attraverso vignette incentrate sulla consueta retorica del martello che spezza le catene, del virgulto di ulivo, della fiaccola ardente, con un “accento demagogico” sulla famiglia e la bilancia della giustizia e “la vecchia retorica patriottico-romanista” della Dea Roma che risorge dal tronco spezzato. Due valori vennero presi di mira dai falsari, uno a Milano (il 10 L., subito sostituito) e l’altro (il 100 L.) in Argentina, da un trafficante di Buenos Aires che ci lucrava due volte, vendendoli agli italiani che li spedivano alle rispettive famiglie e facendosi dare le buste da rivendere ai collezionisti.


Dentellatura. Metodo di separazione dei francobolli tramite file di piccoli fori o di tratti impressi nei margini tra i vari esemplari del foglio, che dopo il distacco lascia nel bordo del francobollo una serie di dentelli. Questo tipo di perforazione fu sottoposto nel 1848 alle Poste inglesi da Henry Archer, uomo d’affari irlandese operante a Londra: dopo anni di esperimenti, nel giugno 1853 il brevetto di Archer fu rilevato dallo Stato e nel febbraio seguente uscirono i primi esemplari da 1 penny rosso ufficialmente dentellati. Il Regno Lombardo-Veneto fu il primo degli Stati italiani a distribuire carte-valori dentellate: le marche da bollo nel 1854, poi i francobolli nel 1858. Il Regno d’Italia l’introdusse nel marzo 1862, ma solo per qualche provvista di alcuni valori in corso; già a fine anno il Matraire l’abbandonò a causa del superlavoro e soprattutto per aver perso l’appalto di fornitura. Oltre che per facilitare la separazione degli esemplari, sin dall’inizio la dentellatura ebbe una funzione antifalsari, richiedendo macchinari e tecniche molto specialistici: per lungo tempo in Gran Bretagna, proprio a tale scopo, la dentellatura era applicata non dalle ditte stampatrici ma in un secondo tempo dall’Ufficio del Bollo, a Somerset House. Più di recente questa funzione è stata ripresa, di nuovo dalla Gran Bretagna, con l’adozione di fori oblunghi inseriti fra i normali. Talvolta è stata usata anche in funzione creativa (foglietto Futurismo di San Marino, 2009) o per difendersi dai furti (vedi perfin).

La perforazione può essere applicata con vari metodi: il più semplice è quello lineare, mediante una sola fila di punzoni che perfora prima gli spazi verticali poi quelli orizzontali, richiedendo perciò 22 battute per un foglio di 100 esemplari: in tal caso gli angoli del francobollo non sono quasi mai regolari a meno che, come fu fatto qualche volta per San Marino, non si usino due perforatori di cui uno senza i punzoni corrispondenti agli incroci. Più raffinato il metodo a pettine, che utilizza un perforatore con i punzoni disposti come in un pettine a denti radi, il quale a ogni battuta dentella tre margini dei francobolli di una fila e completa l’opera quando perfora i tre margini della fila successiva: in questo caso occorrono solo 11 battute per completare un foglio di 100 e gli angoli sono normalmente regolari, salvo qualche “salto” più lungo o più corto del dovuto. Con la perforazione a blocco il foglio viene invece dentellato in un solo colpo, essendo formato da tante file di punzoni disposti nei due sensi. Se invece dei punzoni circolari vi sono dei segmenti acuminati, la perforazione viene definita a tratti o perçage quando sono allineati (come nelle cartoline con risposta pagata) e a zig-zag quando sono inclinati fra loro, formando al distacco dei dentelli triangolari (come nella marca spedizione pacchi della Repubblica sociale). Per convenzione filatelica il “passo” della dentellatura si misura indicando il numero dei dentelli, dei fori o dei trattini presenti nello spazio di 2 centimetri.


Dentello o dentino. Parte sporgente del margine di un francobollo dentellato, simile a un piccolo dente.


De Pinedo, Francesco (Napoli 16.2.1890 - New York 2.9.1933). Pioniere dell’aviazione e colonnello dell’Aeronautica italiana, tanto noto che all’epoca gli venne intitolata una tonalità di blu. Tra le sue imprese il raid dei tre continenti del 1925, 55.000 km da Roma all’Australia al Giappone a Roma in 360 ore, e il circuito dell’Atlantico e del continente americano del 1927, dalla Sardegna al Brasile a Terranova a Roma con un atterraggio forzato alle Azzorre. Marchese, ma anche superstizioso, non amava eseguire trasporti postali, e anche i 225 aerogrammi affrancati col francobollo da 60 cents di Terranova soprastampati nel maggio 1927 col suo nome probabilmente viaggiarono via mare. Morì durante il decollo del volo senza scalo New York-Baghdad con cui intendeva stabilire un nuovo primato di distanza.


Depositi di risparmio mediante francobolli. Servizio istituito nel 1883 per “agevolare il risparmio ai braccianti, alle madri di famiglia, ai fanciulli ed in generale a chiunque non si trovi in grado di disporre di una lira tutta in una volta”. Consisteva in “cartellini di risparmio” distribuiti gratuitamente su cui si applicavano francobolli da 5 e 10 cent.; una volta raggiunta la somma di una lira andavano consegnati a un ufficio postale che li tramutava la prima volta in un libretto di risparmio e in seguito in versamenti, ma non più di uno per settimana.


Destino. Destinazione, nella locuzione “franco a destino”.


Deutsche Dienstpost. Posta di servizio che durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi istituivano nei territori occupati per assicurare ai propri funzionari civili e militari, a enti amministrativi e politici e, su speciale autorizzazione, anche a banche, ditte e cittadini tedeschi, comunicazioni sicure e riservate tra loro e con il potere centrale; praticamente era un’estensione della rete postale tedesca, di cui utilizzava tariffe, modulistica e francobolli. Il primo di questi “prolungamenti” fu istituito in Boemia e Moravia, cui seguirono quelli nei territori via via occupati di Alsazia e Lorena, Lussemburgo, Olanda, Oslo, Osten, Ostland (Paesi baltici), Polonia, Südostpreussen, Südsteiermak-Südkärnten-Krain, Ucraina e nei distretti di Byalistok, Galizia e Suwalki. In Italia il servizio fu istituito nell’ottobre 1943 nell’Adria e nell’Alpenvorland (vedi), con una rete di uffici postali particolarmente capillare nella provincia di Bolzano. Dotati di speciali bolli circolari a data sia nominativi con intestazione DEUTSCHE DIENSTPOST in alto sia muti per le corrispondenze ufficiali della Feldpost, di lineari Durch Deutsche Dienstpost, e di contrassegni di franchigia, gli uffici non effettuavano consegna a domicilio, tranne che a Cortina d’Ampezzo, divenuta città ospedaliera. Per le corrispondenze ufficiali e militari era prevista la franchigia, mentre per le altre corrispondenze, i pacchi e i vaglia valevano le tariffe postali interne tedesche. Il servizio terminò con la ritirata tedesca dell’aprile 1945.


Diena, Emilio (Modena 26.6.1860 - Roma 9.10.1941) Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla riforma postale inglese, stimolata probabilmente dal fratello Carlo, collezionista, dopo aver seguito l’attività bancaria di famiglia dal 1894 fu bibliotecario al Ministero delle Poste e Telegrafi dove costituì il primo nucleo del Museo postale; autore di volumi sui francobolli degli Antichi Ducati, diede il via a una tra le più famose “famiglie” di periti filatelici, con i figli Alberto e Mario e il nipote Enzo.


Diligenza. Termine derivato da “carrozza di diligenza”, cioè di riguardo, usata a partire dal Settecento anche nei trasporti postali.


Dipartimenti. Suddivisione del territorio adottata in Francia con la Rivoluzione del 1789 e ai tempi di Napoleone Bonaparte estesa al territorio italiano, dove l’Impero francese istituì una quindicina dei suoi 134 dipartimenti, normalmente contraddistinti, oltre che da un numero, dal nome di un fiume: 85 Alpi Marittime (Nizza e San Remo) dal febbraio 1793; 104 Eridano o Po (Torino), 105 la Stura (Cuneo), 106 Marengo (Alessandria), 107 la Sesia (Vercelli), 108 Tanaro (Asti, poi smembrato nel 1805) e 109 la Dora (Ivrea e Aosta) dall’aprile 1801; 87 Genova, 108 Montenotte (Savona) e 110 Appennini (Chiavari) dal giugno 1805; 111 Taro (Parma e Piacenza), 112 Arno (Firenze), 113 Mediterraneo (Livorno) e 114 l’Ombrone (Siena) dal maggio 1808; 116 Tevere o Roma, e 117 Trasimeno (Umbria) dal giugno 1809. Tutti ebbero fine nella primavera del 1814.


Direzione. 1. Ufficio postale primario, situato normalmente in un capoluogo di provincia o sede di compartimento.

2. Arcaico nel senso di “indirizzo”, da dirigere, indirizzare.


Direzione Generale delle Poste. Ufficio direttivo centrale dell’Amministrazione postale. Da Torino fu trasferita a Firenze tra il 20 ottobre e il 4 novembre 1866, e a Roma nel 1871.


Direzione compartimentale. Divisione dell’Amministrazione postale istituita nel 1861 e divisa “in tre Ufizi distinti: Segreteria, Computisteria e Verificazione, Cassa Rifiuti ed Economato”. Le Direzioni postali compartimentali furono abolite nel 1870, ma restavano quelle telegrafiche, che però dal 1895 si occupavano solo della costruzione e manutenzione delle linee.


Direzione locale. Ufficio postale primario, solitamente situato in un capoluogo e comprendente varie sezioni.


Direzione provinciale. Divisione dell’Amministrazione postale in vigore dal 1870. Dal 1995 è stata ribattezzata filiale.


Dirigere. Arcaico per indirizzare, inviare una lettera.


Diritti di custodia. Tassa dovuta dal destinatario di un pacco che non si è potuto consegnare a domicilio e che non è stato ritirato entro cinque giorni (tre dal febbraio 1921) dall’invio dell’avviso di giacenza. In vigore dall’agosto 1889 questa tassa, più elevata per i pacchi assicurati, è calcolata per ogni giorno di giacenza ma non può superare un massimo specificato dal tariffario.


Diritto. Soprattassa dovuta per un servizio accessorio: diritto di raccomandazione, di espresso ecc.


Disguido. Errore nell’inoltro di una corrispondenza: esempio “corrispondenza per Lima, provincia di Lucca, disguidata a Lima del Perù”.


Disinfezione o disinfettazione,fumigazione, suffumigazione, purificazione. Sistema un tempo usato anche in posta per evitare il diffondersi di epidemie di colera e di peste, frequenti fino a tutto l’800, in quanto si riteneva che – oltre ai corrieri – anche le lettere potessero favorire il contagio. Malgrado fosse del tutto inutile, per vari secoli invalse l’uso di “fumigare” le lettere con vapori di cloro o fumi di resine e altre sostanze, dopo averle tagliuzzate e bucherellate; e per attestare l’avvenuta disinfezione si imprimevano poi dei timbri detti di sanità.


DISPA. Oscura sigla di un fantasioso “Servizio postale ausiliario intercomunale” fra Pino e Tronzano per cui furono stampate etichette d’ogni genere, ovviamente usate solo per far viaggiare qualche soldo dalle tasche dei collezionisti a quelle degli ideatori!


Dispaccio. 1. Comunicazione scritta, solitamente riguardante affari di stato o questioni di rilievo.

2. Involto o sacco contenente lettere, pieghi e stampe riuniti in uno o più mazzi a seconda che siano franche, tassate, raccomandate, dirette all’estero ecc.


Disponibilità. Termine introdotto nel 1919 anche nelle Poste, dovendosi ridurre l’organico, per indicare la posizione dei dipendenti non più in servizio, a cui viene corrisposto un modesto assegno detto appunto “di disponibilità” in attesa che si trovino un altro lavoro. Precursore dell’attuale cassa integrazione.


Disposizioni del mittente dopo l’impostazione. E’ così definita la richiesta fatta alle Poste dal mittente di una corrispondenza o di un pacco per ottenerne la restituzione oppure cambiarne l’indirizzo, posto che la consegna non sia ancora avvenuta. Fino al 1921 era previsto il pagamento della lettera raccomandata o del telegramma con cui si davano istruzioni all’ufficio di destinazione, mentre in seguito è stato stabilito un diritto fisso, da rappresentare con francobolli applicati su un apposito modulo a due sezioni.


Distretto postale. Area corrispondente a un comune o talvolta anche a un insieme di comuni, all’interno del quale le corrispondenze pagavano una tariffa ridotta, non comportando grandi spese di trasporto e lavorazione. Fu in vigore dall’epoca prefilatelica fino al luglio 1947 per le lettere e dall’agosto 1889 al 1947 per le cartoline; fra il luglio 1890 e il marzo 1920 fu esteso anche ad alcuni servizi accessori, come la raccomandazione, l’assicurazione, l’assegno e la ricevuta di ritorno. Per contrastare le agenzie di recapito dal 13 novembre 1985 è stato reintrodotto per le fatture commerciali aperte, ma dal maggio 1997 solo se già prelavorate.


Distributore o Distributore-Procaccio. Titolare di una Distribuzione postale, il cui stipendio era commisurato al prodotto dell’ufficio.


Distributore automatico. Apparecchio che, previa introduzione di monete e manipolazione di leve o pulsanti, eroga le cose più disparate. Distributori di francobolli, sciolti o in strisce o libretti, e anche di cartoline o biglietti postali o libretti, sono stati in funzione fin dall’inizio del Novecento in vari Paesi: negli Stati Uniti nel 1906 le Poste iniziarono a fornire i francobolli in fogli di 400 non dentellati per consentire ai produttori di queste macchine di confezionarli in rotoli secondo le proprie esigenze. In Italia i primi distributori entrarono in funzione nel febbraio 1957 ma con risultati a dir poco disastrosi per motivi prima tecnici e in seguito sindacali, tanto che gli appositi francobolli in bobina vennero più spesso venduti da uffici postali e tabaccherie.


Distribuzione. 1. Consegna della corrispondenza ai destinatari o ai loro delegati. Un tempo era effettuata solo nell’ufficio postale, in seguito tramite portalettere.

2. Giro del portalettere per la consegna delle corrispondenze.

3. Negli Stati sardi e in Italia fino al febbraio 1866 l’ufficio postale di grado inferiore, che si limitava a distribuire in sede le corrispondenze.


Dittico. Termine filatelico mutuato dall’arte per indicare una coppia di francobolli di diverso disegno stampati nello stesso foglio, talvolta componenti un unico disegno.


Dizzasco. Comune in provincia di Como che dal settembre 1944 organizzò un proprio collegamento postale con il capoluogo, in seguito esteso a Castiglione d’Intelvi. La sovrattassa richiesta per il servizio era di 50 c. per le cartoline e 1 lira per le lettere, e venne rappresentata con speciali marche realizzate con una semplice dicitura entro una cornice di svastiche; fu probabilmente questo fregio a far calare il silenzio su questo servizio ausiliario.


Documento postale. Termine usato dai filatelisti anche nel senso di “documentazione” postale, riferendolo ai vari oggetti collezionabili: buste viaggiate, moduli postali ecc.


Dodecanneso (in greco “Dodici isole”). Gruppo di isole del Mare Egeo presso la costa dell’Anatolia, facenti parte dell’Impero ottomano, che l’Italia occupò nel corso della guerra italo-turca, tra l’aprile e il maggio 1912, per costringere la Turchia alla resa. Trattenute a garanzia dei patti stipulati nel trattato di pace di Ouchy, e poi a seguito della Grande Guerra che vedeva la Turchia fra i nemici dell’Italia, nel 1920 avrebbero dovuto essere consegnate alla Grecia, tranne Rodi e Stampalia, ma le cose andarono per le lunghe, e alla fine il Congresso di Losanna del luglio 1923 le assegnò definitivamente all’Italia, con l’aggiunta di Castelrosso che era stata occupata dai Francesi e usata come base navale. Questi “possedimenti”, in tutto una ventina di isole abitate, furono dotati di uffici postali e/o collettorie dipendenti dalla Direzione di Lecce, che usarono sia le normali carte-valori del Regno, sia alcune apposite con soprastampa EGEO o il nome delle singole isole, e dal maggio 1929 sia con dicitura RODI che con intestazione ISOLE ITALIANE DELL’EGEO, divenuta denominazione ufficiale dal settembre 1929. A seguito dell’armistizio del 1943 e dell’occupazione tedesca, fecero formalmente parte della Repubblica Sociale Italiana, anche se la loro distanza rendeva problematiche le comunicazioni, limitate per i civili alle speciali cartoline con risposta pagata in uso dal febbraio 1944. Nel dicembre 1944 forze anglo-indiane presero Simi, e nei mesi successivi Scarpanto e Caso; con la resa tedesca, l’8 maggio 1945 tutte le isole passarono sotto controllo militare britannico. Gli uffici postali, chiusi fra l’11 e il 14 maggio, furono riaperti a partire dal 21 seguente utilizzando i francobolli inglesi con soprastampa MEF (Middle East Forces). Ceduto dall’Italia alla Grecia col trattato di Parigi del febbraio 1947, in attesa delle necessarie ratifiche il Dodecanneso fu posto sotto amministrazione militare greca dal 31 marzo 1947 al 7 aprile 1948, quando finalmente divenne parte integrante della Grecia: in questo periodo furono usati prima i francobolli ellenici con soprastampa SDD (Stratiotiki Dioikisis Dodecanisu, Amministrazione militare del Dodecanneso) e dal 20 novembre 1947 la speciale serie greca dedicata proprio al ritorno di queste isole alla madrepatria.


Dogliani. Località del Cuneese in cui fra il 1944 e il 1945 il comune istituì un proprio collegamento postale con la vicina Mondovì, riscuotendo su ogni corrispondenza in arrivo, escluse quelle in franchigia, 50 cent. mediante una speciale marca-segnatasse di solito annullata a penna.


Domanda. Termine filatelico usato dagli interòfili per indicare la prima sezione della cartolina con risposta pagata, corrispettivo della dizione Risposta presente sulla seconda sezione.


Domande di rispedizione, di cambio d’indirizzo ecc., vedi Disposizioni del mittente


Domiciliazione. Destinazione automatica sul conto corrente postale, a richiesta del titolare, dei pagamenti di utenze varie.


Dopo la partenza. Indicazione apposta sulle corrispondenze impostate dopo che è partito l’ultimo corriere o treno utile, per giustificare il ritardo di un giorno nell’inoltro.


Doppia corsa. Bollo in uso in Sicilia per indicare un raddoppio di tassa dovuto a cambio di percorso.


Doppione. Termine filatelico indicante un esemplare che il collezionista ha in esubero.


DTS, Droit de Tirage Special, talvolta tradotto in italiano DSP, Diritto Speciale di Prelievo. Unità di conto utilizzata per le tariffe dei pacchi postali per l’estero e del CAI-Post negli anni ‘80-90. Fissato annualmente, il valore del DTS ha ondeggiato nel tempo: Lire 1.452,78 (1983), 1.583,10 (1984), 1.756,46 (1985), 1.933,75 (1986), 1.798,38 (1987), 1.675,96 (1988), 1.681,40 (1993), 2.102,01 (1994), 2.300,81 (1995) ecc.


D’ufficio. Dovuto a iniziativa autonoma del funzionario postale. E’ detta d’ufficio l’assicurazione o la raccomandazione d’ufficio effettuata dalle poste, quando si presume che una corrispondenza contenga valori: in questo caso la soprattassa, raddoppiata, è posta a carico del destinatario, sempre che alla consegna il sospetto si riveli esatto.


Dupla o duplo. Seconda copia di una lettera, che un tempo veniva inviata per maggior sicurezza o celerità di recapito, solitamente per altra via o con altro mezzo.


Duplex. Termine filatelico indicante una coppia di bolli postali impressi contemporaneamente tramite macchina bollatrice; a causa dell’aspetto qualcuno li definisce anche “a canocchiale”, confondendo il canocchiale col binocolo! In Italia le prime bollatrici automatiche furono adottate nel 1879 dopo due anni di sperimentazione, ed erano fabbricate dalle Officine Enrico Dani di Firenze; azionate a pedale, imprimevano il bollo datario e il numerale a sbarre in un sol colpo, e in diverse direzioni continuarono a essere usate con i numerali anche dopo la loro abolizione, nel 1890, mentre altre direzioni adottarono una piastrina con due datari praticamente uguali.

 


Duplicato. Copia di un modulo, bollettino di spedizione, buono postale fruttifero o vaglia andato smarrito. In alcuni casi è richiesto un diritto per ottenere la duplicazione.


Durazzo (Durrës). Città dell’Albania facente parte dell’Impero ottomano, in cui il 25 giugno 1902 l’Italia aprì un proprio ufficio postale, che utilizzò prima normali francobolli italiani, poi valori con soprastampa ALBANIA, quindi i tipi con valore in piastre emessi per tutto il Levante, e infine una serie col proprio nome. Chiuso il 29 settembre 1911, allo scoppio della guerra italo-turca, fu riaperto nel febbraio 1913 e chiuse definitivamente il 31 dicembre 1922: in questo periodo usò carte-valori italiane senza soprastampa più un francobollo col proprio nome.