I termini, le accezioni, le sigle usate nella normativa delle Poste, nella consuetudine postale e dai collezionisti,e le località e i personaggi della storia postale.

di Franco FIlanci, AIFSP

T Bollo indicante che la corrispondenza dev’essere tassata in arrivo. Fu introdotto dal trattato dell’Unione Generale delle Poste del 1875.


Tagli di disinfezione. Piccoli tagli o fori effettuati sulle lettere sottoposte a fumigazione.


Taglio. Pezzatura, prezzo di vendita di una carta-valore postale.


Taglio chirurgico. Termine filatelico che definisce una varietà tipica della stampa in rotocalco, consistente in una fascia di colore con il centro bianco che attraversa il foglio di francobolli o gli interi postali nel senso della stampa; è causato da un corpo estraneo finito tra il cilindro di stampa e la racla che asporta l’inchiostro in eccesso.


Tangeri. Città e porto del Marocco sullo Stretto di Gibilterra, divenuta zona internazionale con un particolare statuto dal 1923 al 1956 (salvo l’occupazione spagnola del 1943-45) a causa della sua posizione strategica. Nel 1926 l’Italia vi previde l’istituzione di un ufficio postale dotato di speciali carte-valori (ne esiste un saggio), ma poi non ne fece nulla, potendosi utilizzare gli uffici spagnoli, francesi e inglesi esistenti. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, per evitare indebiti controlli il consolato italiano si valse di dispacci affidati alle navi italiane in transito a Gibilterra per la propria corrispondenza e per quella di enti, ditte e privati italiani, che veniva affrancata in base alle tariffe interne del Regno. Dopo l’estensione a Tetuàn della linea aerea Roma-Palma di Maiorca-Melilla dell’Ala Littoria, dal maggio 1938 al settembre 1943 il servizio venne espletato direttamente dal Consolato, utilizzando un proprio corriere fino a Tetuàn e il bollo a date della Stazione Radiotelegrafica italiana applicato sui francobolli, che nel giugno 1939 furono anche stampigliati – non ufficialmente – mediante un punzone a mano con dicitura su tre righe R.S.R.T. P.A. ITALIANA TANGERI, in cui P.A. sta per Posta Aerea.


Targhetta. Parte degli annulli meccanici contenente testi e disegni celebrativi, pubblicitari o di propaganda, normalmente inclusi in un rettangolo posto a fianco del bollo datario.


Tarì. Moneta d’oro siciliana al tempo di arabi e normanni, in seguito rievocata dal Sovrano Ordine di Malta come dodicesimo dello scudo che usava come valore facciale dei suoi francobolli.


Tariffa. 1. Prezzo di un servizio offerto da imprese pubbliche in regime di monopolio, talvolta inferiore al reale costo di mercato (è stato il caso della posta nella seconda metà del Novecento, fino alla privatizzazione) per ragioni di equità sociale o di diffusione della cultura.

2. Tariffario, manifesto recante l’indicazione delle varie tasse postali. “Il 1º del corrente gennaio vennero diramate le nuove tariffe delle lettere e delle stampe per l’estero… Tutti gli ufizi dovranno tenerne un esemplare affisso presso al finestrino della distribuzione in vista del pubblico…” (Bollettino postale 1863)


Tariffario. Lista delle tariffe postali, tariffa.


Taschina. Custodia formata da due lembi in materiale trasparente, o da un lembo trasparente applicato a uno nero o direttamente all’album, usata per la sistemazione dei francobolli e di altri pezzi filatelici evitando l’uso delle linguelle. I primi esempi di taschina risalgono all’anteguerra: erano formate da un cartoncino nero avvolto nel cellophane, il quale però tendeva a restringersi con l’umidità raggrinzando il francobollo. Anche le più recenti taschine, e le tasche trasparenti dei classificatori, se non realizzate in materiale idoneo possono dare problemi, specie con le carte-valori fluorescenti.


Tassa. Tariffa postale. “Le tasse sono rappresentate in due maniere: sulle corrispondenze franche dai francobolli, che sono applicati sulle medesime dai mittenti; su quelle non franche da cifre numeriche, fattevi dagli Ufiziali delle poste.” (Istruzioni 1861)


Tassa di custodia. In vigore dall’agosto 1889, era la tassa dovuta dal destinatario di un pacco che non si era potuto consegnare a domicilio e che non era stato ritirato entro cinque giorni (tre dal febbraio 1921) dall’invio dell’avviso di giacenza; veniva calcolata per ogni giorno di giacenza ma non poteva superare un massimo specificato dal tariffario.


Tassa semplice. Tariffa base per la spedizione di lettere, cartoline e altri oggetti di corrispondenza.


Tassa semplice a carico del destinatario. Introdotta dal 1º gennaio 1891, consentiva agli uffici statali di inviare ad altri uffici, con cui non potevano corrispondere in franchigia, oppure a enti e privati corrispondenze ordinarie, raccomandate o assicurate la cui affrancatura era dovuta dal destinatario senza alcuna soprattassa. Altri servizi accessori (espresso, posta aerea ecc.) non erano ammessi a carico del destinatario, ma eventualmente dovevano essere pagati dal mittente.


Tassatore. Nel ‘700 e ‘800, l’addetto alla tassazione delle lettere. “Tassatori. Sarà loro cura d’imparare e mantenersi un metodo nell’esecuzione della tassa, formando il numero inteleggibile eguale, ed in modo che non possi essere contrafato o alterato.” (Istruzioni per l’ufficio interno, Venezia 1806)


Tassazione. Indicazione e riscossione della tassa dovuta dal destinatario.


Tasso. Casato originario della Val Brembana specializzato fin dal XIV secolo nell’organizzazione di corrieri e in seguito di servizi di posta, sovente insieme alla famiglia dei della Torre o Torriani. Con nomi adattati alle varie lingue – del Tasso, de Tassis, von Taxis – a partire dal 1505 ebbero incarichi di mastro di posta in tutta Europa, che continuarono sino al 1867, quando gli ultimi Stati tedeschi che avevano affidato loro il monopolio postale entrarono a far parte della Confederazione del Nord allacciandosi alla rete postale prussiana. In questo ultimo periodo la posta dei Thurn und Taxis emise anche francobolli, con valore in silbergroschen per i distretti del nord e in kreuzer per quelli del sud. “Gli stati componenti il territorio postale del Principe Tour e Taxis sono i seguenti: Assia Granducale, ducati di Nassau, di Sassonia-Coborgo e di Sassonia-Meiningen-Hildbourghausen, i principati di Assia-Omborgo e di Schzarzbourg-Roudolstadt, la città libera di Francoforte sul Meno, l’Assia Elettorale, il granducato di Sassonia-Weimar-Eisenach, il ducato di Sassonia-Gotha, i principati di Lippe Detmold, di Reuss e di Schaumbourg-Lippe e le città di Arnstadt Gehren, Gross-Breitenbach, Amburgo, Brema e Lubecca.” (Bollettino 1863)


Tavola. Matrice tipografica per la stampa di fogli di francobolli o interi postali. Poteva essere un assemblaggio di cliché oppure un blocco unico ottenuto con il sistema galvanoplastico.


TC. Nei telegrammi stava per Telegramma Collazionato


Telecarta o carta telefonica o scheda telefonica. Speciale cartoncino con supporto magnetico, anche ricaricabile, emesso dalle Società telefoniche e utilizzabile per comunicazioni a mezzo di apparecchi appositamente attrezzati. Il relativo collezionismo, esploso nei primi anni ‘90, è stato quasi subito inflazionato dall’edizione incontrollata di esemplari pubblicitari, celebrativi, turistici e persino osé creati anche su richiesta di privati con tirature limitate e subito incettate, e dall’intervento di Paesi che sovente non dispongono neppure degli apparecchi per utilizzarle. Dal 1993 sono state vendute in Italia anche tramite gli uffici postali.


Telefono. Sistema di trasmissione a distanza di voci e suoni a mezzo di un circuito elettrico dedicato. Ideato da Antonio Meucci, che lo registrò già nel 1871, perfezionato e brevettato da Graham Bell nel 1876 e successivamente sviluppato da Thomas A. Edison e altri, ebbe il suo battesimo nel 1878 a New Haven con l’entrata in servizio del primo collegamento pubblico dotato di centralino manuale di smistamento al servizio di 21 utenti. Come tutti i sistemi di comunicazione è stato, almeno agli inizi, soggetto alla Posta e al suo controllo: per il servizio furono anche emessi in Francia e a Monaco degli speciali bollettini di conversazione, recanti un francobollo e dentellati, e nell’Impero Austro-ungarico dei cartoncini definiti Telephon Karte. In Italia la prima legislazione in materia risale all’aprile 1892, sull’esercizio delle linee telefoniche.


Telegrafia. Sistema di comunicazione a distanza ideato da Samuel Finley Morse nel 1837 mediante la trasmissione di impulsi elettrici su un circuito dedicato, utilizzando un alfabeto convenzionale in cui ogni lettera è rappresentata da una determinata sequenza di impulsi brevi e/o lunghi. La prima linea telegrafica fu inaugurata il 24 maggio 1844 fra Washington e Baltimora; la prima in Italia nel 1846 fra Livorno e Firenze. Nel regno d’Italia il telegrafo ebbe un’amministrazione propria, dipendente dal Ministero dei lavori pubblici, fino al marzo 1889, quando confluì nel nuovo Ministero delle Poste e Telegrafi. In alcuni Stati sono stati emessi in passato appositi formulari preaffrancati per la stesura dei telegrammi e speciali francobolli per il pagamento delle tasse telegrafiche. Con l’affermarsi del telefono e l’introduzione dei servizi telex e fax, gestiti dagli stessi uffici telegrafici, ha finito per essere utilizzato solo dalle autorità per messaggi ufficiali, naturalmente in franchigia; per questo, e per il deficit di gestione che ne deriva, alcuni Paesi l’hanno da tempo dismesso.


Telegrafo. 1. Il servizio di telegrafia.

2. L’ufficio in cui è svolto il servizio di telegrafia.


Telegramma. 1. Testo trasmesso per telegrafo. Essendo le tariffe basate sul numero di parole utilizzate, i testi erano redatti in forma sintetica, senza articoli e con poche preposizioni, con risultati sovente ridicoli.

2. Per estensione, modulo su cui viene trascritto tale testo. Essendo diretto in località sprovvista di ufficio telegrafico, il telegramma era inoltrato per staffetta, in raccomandazione o comunque con il mezzo più celere. In Francia erano definiti “carte-telegramme” gli interi utilizzati a Parigi per l’inoltro con la posta pneumatica.


Telegramma-espresso di servizio. Modulo di servizio in uso a inizio Novecento che consentiva agli uffici pubblici di fruire del servizio espresso, che non figurava tra i servizi ammessi in franchigia. Il suo uso eccessivo portò a sostituirlo nel novembre 1912 con il Biglietto urgente di servizio, ammesso solo a forme d’inoltro con precedenza.


Telegramma-lettera notturno. In vigore dal 20 luglio 1912, consentiva di spedire testi più lunghi (fino a 250 parole) a una tariffa più conveniente (inizialmente 2 cent. a parola, “da arrotondarsi ai 5 cent.”, con un minimo di 60 cent. per telegramma) e veniva recapitato “esclusivamente per mezzo del servizio postale, col trattamento delle lettere ordinarie... il mattino successivo alla loro accettazione, in tempo utile per essere rimessi ai destinatari colla prima distribuzione”. Era ammesso solo dagli uffici telegrafici aperti la sera, e doveva essere inoltrato dopo le 21, essere redatto “esclusivamente in linguaggio chiaro ed in lingua italiana” ed era trasmesso dopo i telegrammi ordinari e quelli della stampa.


Televisione. Sistema di trasmissione a distanza di immagini in movimento mediante segnali elettrici. Malgrado i primi studi risalgano a fine ‘800, le prime trasmissioni sperimentali ebbero luogo in Europa nel 1931, e in Italia dal 1934. Il 22 luglio 1939 iniziò a trasmettere a Roma la stazione EIAR di Monte Mario, seguita nel settembre dello stesso anno a Milano da un trasmettitore installato sulla Torre Littoria (oggi Torre Branca) in occasione della XI Mostra della Radio e della XXI Fiera Campionaria di Milano; le trasmissioni si interruppero il 31 maggio 1940 a causa dell’entrata in guetta. Tuttavia soltanto dopo la 2ª Guerra mondiale ne iniziò realmente la diffusione: in Italia la RAI diede il via alle trasmissioni regolari il 3 gennaio 1954, e anche in questo caso il controllo spettava al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.


Telex. Sistema di comunicazione in tempo reale via cavo, tramite scambio diretto di messaggi telegrafici a mezzo di telescriventi. Il servizio è curato dalle Poste, che affitta gli impianti relativi. Dopo il grande successo degli anni ‘80, quando occorrevano raccomandazioni per ottenerlo, è stato praticamente soppiantato dal fax, e già negli anni ’90 gli impianti inutilizzati riempivano i magazzini delle Direzioni/Filiali postali.


Tematica. 1. Tipo di collezione formata con francobolli, interi postali, affrancature meccaniche, annulli ecc. selezionati in base al tema espresso nei disegni o dalle diciture che vi compaiono.

2. Branca della filatelia che si occupa di questo tipo di collezione.


Tepeleni. Località dell’Albania, occupata il 24 giugno 1916 dall’Italia, che vi istituì un proprio ufficio postale; il quale operò fino al 1919 utilizzando normali carte-valori italiane.


Ter. Indicazione impressa a timbro sulle varie sezioni dei moduli vaglia, a partire dal 1912, per segnalare che quello era il terzo vaglia con quel numero (c’erano anche Bis e Quater) ed evitare così confusioni, visto che la loro numerazione e quella delle cedole di convalida arrivava solo a 100.


Teramo. Capoluogo abruzzese in cui all’inizio del 1944 il Capo della provincia, per adeguare anche i francobolli alla nuova situazione istituzionale, ordinò di soprastampare con la dicitura “Repubblica Sociale Italiana” i quantitativi esistenti presso la locale Direzione postale, poi regolarmente distribuiti ai vari uffici. Quando il Ministero delle Poste repubblichine seppe dell’iniziativa non sconfessò l’emissione – anzi, la convalidò inviandone 200 serie all’UPU – ma ne sospese l’ulteriore diffusione.


Terre redente. Termine con cui furono definiti i territori occupati dall’Italia al termine della guerra 1915-18: il Trentino-Alto Adige (o Sud Tirolo), la Venezia Giulia, l’Istria, e la Dalmazia da Zara a Sebenico fino alle isole Curzolane. A Trento e Trieste furono subito posti in circolazione i valori austriaci con una soprastampa “Regno d’Italia” eseguita localmente, cui seguirono carte-valori italiane con soprastampe varie, eseguite sia localmente che a Roma, per evitarne l’uso in Italia con prevedibili speculazioni sul cambio visto che erano vendute in corone e heller e quindi a meno della metà del facciale. Dal 20 aprile 1919 nel Trentino e nella Venezia Giulia, ormai annesse all’Italia, furono introdotti i valori del Regno senza soprastampa, mentre in Dalmazia continuò l’uso dei tipi con soprastampa in centesimi di corona. Per il servizio dei pacchi fu mantenuto anche nel Trentino e in Venezia Giulia fino a tutto il 1923 il sistema austriaco, con bollettini definiti Indirizzi postali accompagnatori che venivano affrancati con normali francobolli.


Tessera postale di riconoscimento. Documento d’identità emesso dalle poste per facilitare il ritiro di corrispondenze o le operazioni di incasso presso qualsiasi ufficio postale italiano o estero. Versione semplificata dei libretti di riconoscimento, venne introdotta in Italia nel 1923, e sostituita nel 1927 dal tipo internazionale creato dall’UPU. I francobolli rappresentanti il diritto di emissione erano applicati a cavallo della fotografia del titolare.


Testoni. Nome filatelico dei francobolli con l’effigie di Ferdinando II emessi nel 1859 in Sicilia.


Tête-bêche o più raramente coppia invertita. Termine filatelico che indica una coppia di francobolli stampati capovolti l’uno rispetto all’altro. Si tratta normalmente di una varietà causata da una matrice che per errore è stata inserita capovolta nella tavola tipografica; nelle prime emissioni francesi fu invece deliberatamente procurata dal direttore della Stamperia di Stato, M. Hulot, come sistema per controllare l’originalità dei fogli di francobolli.


Thermignon, Pietro. Incisore torinese, nel marzo 1862 sottopose all’Amministrazione italiana un proprio saggio di francobolli tiporilievografici. Nel novembre 1864, mentre lavorava a un progetto di moneta per San Marino, su sollecitazione del sammarinese Pietro Tonnini, fornì anche due schizzi per francobolli.


Thurn und Taxis, vedi Tasso


Tientsin. Città della Cina (oggiTianjin) in cui, a seguito dell’intervento di due battaglioni italiani nell’ambito della forza multinazionale che tra l’estate 1900 e il febbraio 1901 represse la rivolta dei Boxer, l’Italia ottenne una concessione territoriale in perpetuo sulle rive del fiume Pei-ho, occupata dalle truppe italiane sin dal 21 gennaio 1901. Per loro uso vi funzionò da allora un ufficio di posta militare e dal 20 settembre 1917 una collettoria di 1ª classe riservata al personale del Consolato “nonché alla R.Guardia e agli equipaggi delle RR.Navi”, rimasta aperta sino a tutto il 1922: inizialmente vi si usavano le carte-valori del Regno, su cui nel 1917 si ebbero alcune soprastampe locali a mano, molto discusse e discutibili, e subito dopo una serie col nome della località, inviata dall’Italia e a sua volta soprastampata localmente.


Tilos. Isola minore del Dodecanneso, che per tutto il periodo italiano fu nota con l’antico nome genovese di Piscopi.


Timbro. 1. Piccolo stampo in legno, metallo o gomma, normalmente munito di impugnatura, utilizzato per imprimere scritte, bolli ecc.

2. Impronta ottenuta con tali stampi. In filatelia sono normalmente indicate con questo termine le impronte di origine privata, mentre quelle postali sono definite bolli o annulli.

3. Raro ottocentesco per francobollo, dal francese timbre (-poste).


Timbrofilia. Dal francese timbre-poste o solo timbre, francobollo; definizione ottocentesca del collezionismo filatelico, mutuata letteralmente dal francese. Come derivato timbròfilo, il collezionista di “timbri”.


Timbrologia. Termine derivato come il precedente dal francese, e anche questo superato già a fine ‘800 da filatelia. Come derivati timbròlogo e timbrologico.


Timbromania e timbròmane. Termini più ironici, con la stessa derivazione dei precedenti.


Tin can mail (Posta delle scatole di latta). Sistema di trasporto delle corrispondenze a mezzo di lattine sigillate a prova d’acqua, usato dal 1882 al 1984 nell’isola di Niuafoou (Tonga) per raggiungere a nuoto (o dal 1931 con canoe) i battelli che dovevano restare ancorati al largo a causa della barriera corallina. Negli anni ‘30 le corrispondenze così trasportate erano decorate con annulli multilingui e multicolori.


Tipo. 1. Insieme delle caratteristiche grafiche di una carta-valore. Con secondo

(terzo ecc.) tipo di uno stesso francobollo o intero i collezionisti ne definiscono le successive versioni che presentano più o meno sensibili varianti nel disegno, nei testi o nella soprastampa rispetto alla versione iniziale.

2. Definizione filatelica degli esemplari che formano la base di una collezione e che perciò sono di norma elencati nei cataloghi con numero intero e in neretto. In realtà, in assenza di una precisa definizione di che cosa distingua un francobollo-tipo da un sottotipo o da una varietà, il termine risulta piuttosto generico e viene usato dai cataloghisti in modo molto personale e difforme a seconda dei cataloghi e persino in uno stesso catalogo: la differenza tra francobollo-tipo e sottotipo diviene infatti importante, visto che la presenza del primo è considerata indispensabile per definire completa una collezione, e il passaggio dall’una all’altra categoria nei cataloghi può avere sensibili riflessi commerciali. Secondo logica (e citando quanto compare nel Nuovo Pertile/InterItalia e nelle prime edizioni dell’Unificato di storia postale, unici cataloghi al mondo a definire e seguire precisi criteri di catalogazione) il francobollo-tipo è quello che si distingue da tutti i precedenti per disegno, valore facciale, simboli e diciture istituzionali, disegno della filigrana, voluta presenza o mancanza della dentellatura, cioè di quegli elementi che sono normalmente rilevati e descritti nei decreti ufficiali. Più limitate diversità nel disegno, nella carta, nel passo della dentellatura o nel punto di colore, che per quanto sensibili non mutano l’apparenza generale del francobollo, generano invece dei sottotipi, a meno che non siano state espressamente introdotte per ragioni di servizio o rilevate da appositi decreti. Queste considerazioni valgono naturalmente anche per segnatasse e interi postali.


Tipografia. 1. Tecnica di stampa rilievografica, ovvero basata su caratteri e incisioni con le parti da stampare in rilievo che, dopo essere state inchiostrate, sono premute contro il foglio di carta su cui depositano il colore, come con un timbro. Forse già nota nell’antichità, poté svilupparsi solo nel XV secolo con il diffondersi dei caratteri mobili inventati da Johannes Gutenberg, contribuendo al successo del libro: sino all’Ottocento le illustrazioni erano normalmente eseguite con altra tecnica, soprattutto la xilografia. Perfezionata con l’introduzione del torchio a vapore (1810), del cilindro in sostituzione del torchio (1816) e di dispositivi automatici di alimentazione come il mettifoglio, grazie allo statunitense R. Hoe nel 1847 ebbe anche una prima versione su rotativa, poi largamente usata per la stampa dei quotidiani, mediante lastre curve ottenute a mezzo dei flani. A metà Ottocento iniziò a essere usata per la stampa dei francobolli grazie alla maggiori garanzie che offriva rispetto al sistema calcografico, per la difficoltà sia di incidere i conii in negativo, sia di ottenerne dei buoni duplicati. Le tavole da stampa erano ottenute con composizioni di cliché tenuti assieme e fissati a una tavola, talvolta con appositi incavi per la sistemazione in ciascun cliché di caratteri mobili per l’indicazione del valore; in seguito la composizione di cliché fu invece utilizzata per realizzare tavole di stampa col metodo galvanoplastico. Con particolari tecniche era possibile effettuare direttamente sulle tavole anche dei ritocchi, che però risultavano quasi sempre visibili. Le macchine tipografiche per la stampa delle carte-valori erano normalmente del tipo in piano (dette anche platine), con la tavola e il foglio appoggiati su piani diversi, premuti l’uno contro l’altro dopo che la tavola era stata inchiostrata. In seguito si ebbero macchine pianocilindriche, in cui la tavola scorreva su un “carro” e il foglio era premuto sulla tavola da un cilindro, e quelle rotative. In Italia, con l’entrata in attività del Poligrafico, il sistema tipografico è stato quasi esclusivamente impiegato per realizzare soprastampe, solitamente mediante serie di blocchetti di diciture fuse in piombo, ottenuti con macchine monotype o linotype. Una stampa tipografica si distingue normalmente per le tracce di pressione al retro e soprattutto, a forte ingrandimento, per la maggior inchiostrazione presente sui bordi delle lettere e dei tratti. Le soprastampe ottenute da caratteri e incisioni originali o da monotype e linotype si distinguono dagli angoli appuntiti delle lettere e dei tratti; nelle riproduzioni zincografiche (solitamente usate dai falsari) gli angoli risultano invece arrotondati.

2. Stamperia, in particolare quella che utilizza il sistema tipografico.


Tiratura. 1. Operazione di stampa di una carta-valore postale o di una determinata provvista.

2. Numero di esemplari stampati di una carta-valore postale.

3. Caratteristiche di una fornitura di carte-valori. Con seconda (terza ecc.) tiratura i collezionisti intendono una successiva provvista in cui variano più o meno sensibilmente alcune caratteristiche di stampa o di produzione (colore, inchiostro, carta, filigrana, gomma o gommatura); se invece variano particolari del disegno o delle diciture si parla di secondo (terzo ecc.) tipo.


Titoli di credito postali. Sorta di assegni postali istituiti il 1º gennaio 1874 per agevolare i viaggiatori, specie nelle località in cui non esistevano banche, mettendoli anche al riparo da smarrimenti e furti. Versando a un ufficio una somma tra le 200 e le 10.000 lire si riceveva un libretto con 50 cedole doppie numerate, usabili per riscuotere di volta in volta la cifra desiderata presso qualunque ufficio postale d’Italia: la firma autografa che figurava in copertina serviva per controllare l’autenticità di quella che veniva poi apposta sulle cedole. Questi traveller’s cheque postali ante litteram vennero soppressi nel 1915.


TM, nel servizio telegrafico dal 1897 sta per Telegramma Multiplo, ovvero inviato a più indirizzi, e veniva seguito dal numero dei destinatari.


Tondo-riquadrato. Definizione filatelica introdotta da Giuseppe Gaggero di un tipo di bollo postale introdotto nel 1890 che assommava le caratteristiche dei due bolli fino ad allora in uso, con i tratti tipici dell’ultimo tipo di annullo numerale usati per rendere quadrato il bollo datario circolare.


Torino. Capitale del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia fino al 1865; vi ebbe sede l’Officina Carte Valori governativa.Il 3 maggio 1945 la locale Giunta regionale di governo ordinò la soprastampa di tutti i francobolli con la dicitura CLN, ma l’AMG appena insediatosi ne impedì la realizzazione bloccando i quantitativi esistenti presso la Direzione di Torino. Un non meglio precisato CLN Postelegrafonico curò comunque una soprastampa in carattere gotico, e realizzò anche qualche busta con bolli applicati ad arte: stranamente furono citati in una rivista dell’epoca come “emissione di Como” e a smentire la notizia fu solo il CLN di Como!


Tornare. Arcaico per ricambiare (saluti).


Tornese. Spicciolo napoletano, pari a mezzo grano e a un duecentesimo di ducato. Derivato dal tornese francese di Luigi IX, che però era d’argento.


Toscana. Regione italiana eletta a granducato nel 1569 sotto Cosimo de Medici; quando si estinse la dinastia medicea il trattato di Vienna del 1738 l’affidò a Francesco Stefano di Lorena, sposato alla figlia dell’imperatore Carlo VI, a cui successe col nome di Francesco I dando inizio alla dinastia degli Asburgo-Lorena. La politica di riforme che inaugurarono, soprattutto sotto Pietro Leopoldo (1765-1790), ebbe positivi effetti anche dopo la parentesi napoleonica, facendo della Toscana il centro degli ideali liberali e risorgimentali, malgrado i legami del Granduca Leopoldo II con l’Austria. La riforma postale, con tariffe basate sul peso e l’introduzione del francobollo, si ebbe nel 1851, in conseguenza di una Convenzione con l’Austria. Alla partenza del Granduca, il 27 aprile 1859, a seguito di moti popolari in favore dell’unità italiana, si instaurò un Governo provvisorio che dal 1º luglio successivo fu guidato dal barone Bettino Ricàsoli. L’11 marzo 1860 un plebiscito popolare votò per l’annessione al Regno di Sardegna, che venne ufficializzata il 22 marzo seguente anche se, per motivi politici oltre che di ordine normativo, la Toscana godette fino al 1862 di larga autonomia in diversi settori, tra cui quello postale (vedi ad esempio le Strade Ferrate Toscane).


Touring Club Italiano. Fondato nel 1894, ebbe un immediato successo, rilevabile anche da un decreto del 1897 del Ministero delle poste che concedeva al Touring Club Ciclistico Italiano di appoggiare ai pali telegrafici governativi le targhe indicatrici per gli avvisi ai ciclisti.


TP label. 1. Sistema di affrancatura creato dalla Olivetti operante tramite una bilancia e una stampante che, collegate meccanicamente ed elettronicamente, pesano la corrispondenza ed emettono etichette gommate con testo alfanumerico, grafica e bar code standard o bi-dimensionali. Dal 2001 è entrato in funzione in tutti gli uffici postali italiani.

2. L’etichetta adesiva ottenuta con tale sistema.


TR, nel servizio telegrafico sta per Fermo Telegrafo, Télégraphe Restant, e indica che il telegramma dev’essere trattenuto dall’ufficio telegrafico di destinazione.


Tracking and tracing. Sistema di tracciamento elettronico degli invii, applicato a raccomandate, assicurate e plichi postacelere per il controllo nelle varie fasi del loro percorso; ottenuto tramite appositi codici a barre e lettori ottici collegati in rete, e disponibili inizialmente alle sole Poste e in seguito direttamente anche agli utenti.


Tradizionale. Specifica adottata dalla FIP nei suoi regolamenti per definire la filatelia come forma specifica di collezione, in antitesi a storia postale, filatelia tematica, aerofilatelia ecc., considerando probabilmente il termine “filatelia” come onnicomprensivo!


Traforatura. Termine ottocentesco sinonimo di perforazione. Adoperato ancora negli anni ‘20 per indicare l’impressione di lettere e cifre nei perfin.


Tramvia. Un tempo intesa come linea ferroviaria locale, anche con treni, e solo in seguito come rete cittadina di veicoli a cavalli o elettrici. Anche queste linee furono utilizzate dalle poste per l’avviamento delle corrispondenze mediante messaggeri o installandovi apposite cassette d’impostazione; specie nei primi decenni del secolo e negli anni ‘50-70 queste cassette, sui tram transitanti da stazioni o uffici centrali, furono usate per “servizi celeri”.


Transadriatica. 1. Linea aerea della Marina, in funzione tra il 1918 e il 1919

2. La Società Anonima di Navigazione Aerea Transadriatica, costituita nel 1925 dall’ing. Morandi a Pescara ma con base a Venezia, dal 18 agosto 1926 gestì la rotta Venezia-Klagenfurt-Vienna insieme con l’austriaca OLAG, tre voli settimanali per ciascuna; l’11 febbraio 1927 la linea fu prolungata a Roma.


Trasportatore. Con l’istituzione della privativa anche sul trasporto dei pacchi postali fino a 20 kg, a partire dal 15 ottobre 1923 fu imposto ai trasportatori di merci il pagamento di un diritto su ogni pacco trasportato, da rappresentare con francobolli per pacchi (o dal 1952 anche con impronte di affrancatrici meccaniche) applicati sui bollettari del corriere.


Trasporto pacchi in concessione. Dicitura che appare sulle marche a due sezioni emesse fra il 1953 e il 1987 per il pagamento da parte di corrieri e trasportatori privati del diritto dovuto alle Poste per ogni pacco fino a 20 kg trasportato in deroga al monopolio postale.


Treasury Competition, Concorso del Tesoro. Gara indetta dal ministero del Tesoro britannico il 6 settembre 1839, per ottenere proposte e idee sul modo migliore per rappresentare l’affrancatura anticipata, in vista dell’introduzione della grande Riforma postale; in palio vi erano un premio di 200 e uno di 100 sterline per le due migliori idee, e la data ultima di consegna era il 15 ottobre. Arrivarono 2.600 fra disegni, saggi a stampa e semplici suggerimenti, alcuni decisamente strampalati come quello di James Bogardus e Francis Coffin – che in verità vinse il primo premio – di un francobollo doppio recante, oltre alla parte gommata con la vignetta, anche una parte bianca con un buco attraverso il quale applicare la ceralacca del suggello. Alla fine si adottarono due diverse soluzioni: una era rappresentata da buste e fogli da lettera già affrancati e pronti per l’uso; l’altra era una “etichetta” (label, come appare scritto sugli stessi fogli dei primi francobolli) che si poteva incollare su qualsiasi lettera, giornale o pacchetto da imbucare.


Trentino-Alto Adige. Regione montuosa a nord del Lago di Garda, dominio imperiale fin dal XIV secolo, nel 1806 fu annessa alla Baviera e nel 1810 al Regno Italico di Napoleone, per tornare poi agli Asburgo fino a che la Grande Guerra e il trattato di Saint-Germain del 1919 non l’attribuirono all’Italia (vedi Terre Redente). Nel settembre 1943 venne posta sotto diretto controllo tedesco (vedi Alpenvorland).


Tre penne. Simbolo delle rocche di San Marino, utilizzato per due diverse filigrane in uso per le carte-valori sammarinesi.


Triangolo mistilineo. Nei francobolli classici, fregio angolare con un lato curvo, di complemento all’ovale centrale.


Tricolore. Definizione filatelica di affrancature del periodo risorgimentale,

volutamente composte con tre diversi francobolli disposti in modo da ricordare con i loro colori la bandiera italiana. Più di recente alcuni commercianti hanno preso a definire tricolore (o quadricolore, pentacolore ecc.) qualunque affrancatura composta di tre o più francobolli diversi, per renderla più appetibile.


Tricromia. Stampa a tre colori, solitamente realizzata con giallo, rosso magenta e blu scuro in modo da ottenere anche un bruno-nero e quindi un effetto simile a quello della quadricromia.


Trieste. Importante città e porto adriatico, un tempo veneziana e poi passata agli Asburgo, divenne italiana a seguito della 1ª Guerra mondiale. Occupata nel 1943 dai tedeschi che ne fecero il capoluogo dell’Adria, ai primi di maggio 1945 fu raggiunta quasi contemporaneamente dai partigiani iugoslavi e dalle truppe alleate, che si contrapposero per 40 giorni tentando di assumerne il controllo. Dopo il ritiro degli Iugoslavi la città restò sotto governo militare alleato in attesa delle decisioni del trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947, che però non trovò altra soluzione per Trieste che farne un Territorio libero governato da un rappresentante dell’ONU. In attesa del Governatore, che non arrivò mai a causa della guerra fredda, il territorio fu diviso in due zone: la A, con Trieste e una fascia litoranea a nord, amministrata dagli anglo-americani, e la B, con la parte nord-occidentale dell’Istria fra Capodistria e Pirano, sotto amministrazione militare iugoslava. Entrambe le zone, ufficialmente autonome, col tempo divennero di fatto parte dell’Italia e della Iugoslavia, come mostrano chiaramente persino i francobolli in uso, che sono in gran parte quelli dei due Paesi con semplici soprastampe AMG-FTT o STT-VUJA (o VUJNA). Il contenzioso fu risolto improvvisamente dagli accordi di Londra del 6 ottobre 1954, che attribuirono all’Italia la zona A, tranne Albaro Vescovà, e alla Iugoslavia la B.


Trinacria. 1. Antico nome della Sicilia, dalla sua forma triangolare, e del suo simbolo, un volto di donna contornato da tre gambe, che appare nei francobolli del Regno di Napoli insieme ai gigli borbonici e al cavallo sfrenato (o inalberato) emblema di Napoli.

2. Nome filatelico del francobollo da ½ tornese azzurro del 1860 ricavato dal francobollo borbonico da ½ grano, in cui fu mutata manualmente l’indicazione del valore.


Tripoli di Barberìa. Importante porto della costa nordafricana sotto dominio ottomano, con una numerosa comunità italiana; all’inizio del 1869 l’Italia affidò al Console italiano compiti di “collettore”, ma solo il 16 dicembre 1881 vi fu istituito un ufficio postale; vennero usati prima i francobolli italiani, poi quelli con soprastampa ESTERO, dal 1890 nuovamente le carte-valori del Regno senza soprastampa, e infine dal 1909 quelle con dicitura “Tripoli di Barberia”. Chiuso il 30 settembre 1911, all’inizio della guerra italo-turca per la conquista della Libia, riaprì pochi giorni dopo lo sbarco italiano, avvenuto il 5 ottobre, divenendo il primo ufficio della nuova colonia. Una speciale fornitura della cartolina postale da 10 cent. con soprastampa “Tripoli di Barberia” fu distribuita gratuitamente ai militari del Corpo di Spedizione italiano, in attesa delle speciali cartoline in franchigia. Nel 1915 una frettolosa ristampa per collezionisti dei francobolli da 1 e 2 cent., effettuata con una diversa soprastampa “Tripoli di Barberia”, creò un caso filatelico.


Tripolitania. Regione del nord Africa con capoluogo Tripoli, storicamente nell’orbita del bacino centrale del Mediterraneo. Occupata dall’Italia nel 1911 insieme alla Cirenaica, fu retta fino al 1929 da un proprio governatore; solo nel 1934 le due regioni furono riunite nella colonia della Libia, malgrado questo nome figurasse fin dal 1912 sulle carte valori postali. Dal 1923 al 1934 i francobolli commemorativi, i coupon-réponse, i bollettini pacchi e i moduli e segnatasse per vaglia furono emessi con intestazione Tripolitania, affiancandosi però ad altre carte-valori con dicitura “Libia”. Ebbe apposite carte-valori anche dal luglio 1948 al 1951: vi figurava la soprastampa BMA (British Military Administration) e poi solo BA su valori con effigie di Giorgio VI. Il 24 dicembre 1951 fu inglobata nel nuovo Regno libico, anche se vi si dovette introdurre una serie apposita a causa della diversa moneta in circolazione: la lira dell’Amministrazione Militare, cambiata a 480 MAL per una sterlina.


Trittico. Striscia formata da tre francobolli diversi ripetuta più volte nello stesso foglio. Il primo trittico al mondo fu quello emesso dall’Italia nel 1933 per affrancare le corrispondenze trasportate con la Crociera aerea del Decennale, in cui sono riuniti un francobollo per l’affrancatura di una lettera raccomandata espresso di primo porto per l’estero, un valore rappresentante la speciale soprattassa aerea per l’Europa o per l’America e un’etichetta “raccomandata per espresso”.


Trovata… entro un giornale. Annotazione giustificativa prevista dal 1893 sulle corrispondenze che avessero “subìto ritardi per aver fatto giri viziosi” a causa della “introduzione fortuita” in giornali senza fascia.


Trucco. Utilizzo fraudolento di francobolli e interi postali già usati effettuato a danno delle Poste, oppure manipolazioni e riparazioni di esemplari e documenti postali per ingannare i collezionisti.


T.S. Introdotto nel 1886 nel servizio delle stampe col significato di Tassa Stampe, dal 1890 ne fu esteso l’uso alle corrispondenze col significato di Tassa Speciale, per indicare che è stata regolarmente applicata o dovrà essere posta a carico del destinatario una tassa diversa da quella prevista per le normali corrispondenze non o insufficientemente francate. Dal 1911 nei bolli T.S. fu inserito in alto il RR.POSTE per contrastare le frodi causate dall’uso di bolli T.S. privati.


Tunisi. Città dell’Impero ottomano nel nord-Africa in cui a metà ‘800 era presente una folta comunità sarda dedita alla pesca e al commercio del corallo. Nell’aprile 1858 fu istituita dal Regno di Sardegna una regolare linea di navigazione con Cagliari, cui fece seguito pochi mesi dopo l’apertura di un’agenzia postale presso il locale Consolato sardo. A partire dal 1857 l’agenzia fu dotata di francobolli, prima sardi e poi italiani; il 1º novembre 1861 fu trasformata in ufficio primario e dal 1874 usò gli speciali francobolli con soprastampa ESTERO, sostituiti nel 1890 dalle normali carte-valori italiane; queste ultime erano state usate eccezionalmente già nel 1885 e nel 1889, mentre cartoline postali e segnatasse erano sempre stati di tipo italiano senza varianti. Nel 1861 si offrì come intermediario verso altre località della Reggenza, probabilmente tramite la Posta Sfaxina (vedi). L’ufficio (di 1ª classe) chiuse insieme a quelli di Susa e La Goletta, il 3 marzo 1897, quando ormai da 16 anni la Tunisia era protettorato francese; fu però mantenuta la tariffa interna per giornali e stampe fino al 31 dicembre 1898, e per le lettere dal 1º maggio 1898 al 15 ottobre 1919.

Secondo alcuni cataloghi nel maggio 1943 in Tunisia “fu emesso…ma non venne distribuito” (?) un buono di franchigia militare stampato localmente e illustrato con l’anfiteatro di El Djem; un’ipotesi molto fantasiosa e mai documentata in modo credibile. Il problema era infatti la mancanza di cartoline e di carta e buste, non di un “bollo” di franchigia per cui potevano bastare un timbro o una scritta.


Turchia. Al tempo dell’Impero Ottomano l’Italia vi istituì diversi uffici postali, e dal 1919 tentò di ottenere una “zona d’influenza” (vedi Anatolia). Nel 1991 vi operarono circa 1500 soldati italiani, sotto l’egida dell’ONU, per assistere le popolazioni curde fuggite dall’Iraq di Saddam Hussein. L’ufficio di posta militare, di stanza a Incirlik, era dotato di annullo con dicitura ITALFOR AIRONE TURCHIA.


Turistica. Serie di valori postali illustrati con vedute e monumenti a scopo di promozione turistica. Molti paesi, come la Francia, ne hanno iniziato l’emissione già negli anni ‘20, mentre l’Italia ha sempre ritardato, malgrado le buone intenzioni. Soggetti turistici dovevano figurare nella serie “artistica” poi divenuta Imperiale, e nel 1928 era stata programmata e incisa una serie sulle grotte di Postumia; alla fine comparvero però nel 1933 una serie di 31 cartoline postali e nel 1936 dieci serie di 12 cartoline illustrate con sovrapprezzo. Soltanto nel 1953 apparve una serie di francobolli, che però non ebbe seguito fino al 1974, quando iniziarono le emissioni annuali che continuano tuttora.